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I TALEBANI E L’AMNISTIA DI TOGLIATTI

 

La guerra scatenata in Afghanistan da Usa e Occidente è durata vent’anni. Praticamente quanto il regime fascista in Italia.

Alla fine, nel giugno 1946 l’allora ministro della Giustizia Palmiro Togliatti varò l’amnistia: basta guerra civile, basta vendetta sui tanti ex fascisti. Togliatti era in assoluta buona fede. Ma ciò che successe lo ha raccontato e documentato il grande Giampaolo Pansa nel ”Sangue dei vinti”: vendette, omicidi, una strage dei vinti proseguita per anni.

Ora può darsi (?) che anche i leader talebani siano in buona fede quando dichiarano che non ci saranno vendette, che tutti saranno perdonati. Ma è scontato che ci vorrebbero cento Paolo Pansa per raccontare quanto sangue degli afghani vinti per aver collaborato con gli invasori, di quante donne ree di essersi liberate dalla Sharia, quanto sangue verrà sparso.

E noi occidentali? Affacciati alla finestra a guardare i risultati della guerra sciagurata cui abbiamo partecipato (da servitori cortesi degli Usa). Anzi l’Unione europea già dice che con i talebani bisogna trattare…Trattare su cosa? Sui limiti della strage che sta per consumarsi in Afghanistan?…

 

10 commenti - 968 visite Commenta

martello carlo

Di più: la RAGGI dall’alto del CAMPIDIGLIO ha sentenziato: ” SIAMO PRONTI AD ACCOGLIERLI ” ( gli afgani ).

Sembra che noi occidentali abbiamo ormai l’abitudine di andare a far guerra in tutto il mondo allo scopo di accoglierne i rifugiati per la felicità del PAPA, di LETTA e FRATOIANNI, dare del fascista a SALVINI e mandarlo a processo.
E’ l’esportazione della democrazia e l’importazione della dittatura: mi piacerebbe sapere cosa ne pensa TRUMP, ma sembra che ZUCKERBERG lo abbia silenziato… … per fortuna che ci pensa BIDEN a dire minchiate: abbiamo scoperto che 2/3000 soldati tra cui 54 dei nostri sono morti PER VENDETTA, con buona pace di chi giace a NETTUNO.
Guarda un po’ cosa si deve fare per consentire a GRAFICA VENETA di restare a TREBASELEGHE.

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Mario56

Del resto tu MARTELLO hai la convinzione errata che basta ESSERE VENETO, magari LEGHISTA per avere la patente di fare QUELLO CHE SI VUOLE.
Ad esempio catturare degli schiavi Pakistani sfruttarli, legarli, prenderli a botte, farli lavorare gratis …
E POI TI INCAZ… SE VENGONO FATTI DEI CONTROLLI A GRAFICA VENETA
E TI LAMENTI MAGARI CHE LA LAMORGESE ACCOGLIE DEI DISPERATI DALLA MORTE SICURA …

IN ITALIA CI SONO DEI TALEBANI
si chiamano LEGA SALVINI PREMIER e FRATELLI D’ITALIA
e sono I VERI CLANDESTINI!

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martello carlo

Tu ancora non hai capito il giro: gli immigrati che tanto amate sono qui per fare gli schiavetti delle multinazionali globalizzanti o avete il diritto di caporalato solo voi terroni….
GRAFICA VENETA, contrariamente ai sindacati rossi che vorrebbero farli assumere con contratto regolare, cosa che renderebbe l’azienda non più competitiva, a scapito di chi già vi lavora, ha deciso di investire in nuovi macchinari eliminando il subappalto. AMEN
Mi chiedo cosa significhi quella I della CGIL, la quale sì ha la patente di fare quello che vuole: perché non vuole il green pass nelle fabbriche?

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Simone

Nonostante tutto continuiamo a non capire ostinatamente come funzionano le cose. Eppure di esempi, compreso l’Afghanistan, da cui prendere spunto per stimolare una certa coscienza in merito, ce ne sarebbero. Ma il “vizio oscuro dell’Occidente”, quello del pensiero unico nascosto da anime belle e democratiche, ogni volta rispunta fuori. In un Paese le cose cambiano innanzitutto se al suo interno si sviluppano un numero non secondario di movimenti contrari al regime imperante, e se questi hanno, in maniera diretta o indiretta, un certo seguito da parte della popolazione civile. L’importanza per esempio dei movimenti partigiani in Italia fu questo, non tanto per il fatto che si possano ritenere storicamente decisivi in senso diretto. Perché hanno preparato il terreno. Su cui poi eventualmente possono subentrare aiuti esterni. Altrimenti si fa solo ed esclusivamente un danno. Quando parliamo di fondamentalisti globalizzanti dovremmo guardarci allo specchio.
Inoltre: che patetici i tentativi di fare le anime belle col senno di poi. Premesso che per parlare della cultura afghana non basterebbe un intero libro, e di quella talebana pure (e il dato di fatto è che, a tal proposito, movimenti interni contro da quelle parti non se ne sono formati, altrimenti sarebbero stati spazzati via in pochi mesi, è del tutto evidente, che ci piaccia oppure no) – e finché non si conoscono e non si tenta nemmeno uno sforzo di intelligenza e sano relativismo si parlerà sempre a cazzo su questi temi -, in Italia, giusto per capire ulteriormente i motivi di certe reazioni prolungate (relativamente in realtà) nel tempo, subito dopo la guerra nacque il Partito fascista democratico, i Fasci d’azione rivoluzionaria, il Msi a cui si iscrissero tra gli altri due irriducibili del Duce, Rodolfo Graziani e Junio Valerio Borghese. Dall’altra la giustizia non è che stesse facendo molta giustizia (non a caso churchill disse che piazzale Loreto paradossalmente bloccò il vero processo ai fascisti in Italia). I processi ai fascisti andavano a rilento, i condannati erano pochi, le pene eseguite solo una parte, e a farne le spese erano quasi sempre i pesci piccoli. Nell’amministrazione pubblica, contemporaneamente, le carriere proseguivano splendenti. La chiamano “continuità dello Stato”. Come per esempio Gaetano Azzariti: presidente della Commissione sulla razza sotto il fascismo, ministro della Giustizia con Pietro Badoglio nel primo governo dopo il 25 luglio, presidente della Corte costituzionale della Repubblica democratica dal 1957. A questo e a molto altro, per l’appunto, si aggiunse l’amnistia di Togliatti che buttò fuori 10mila fascisti su 12mila in carcere. E già da allora, chi doveva pagare non pagò. Questa è la realtà dei fatti. Il libro di Panza è stato usato chiaramente per sviare su questi e su altri temi. Che sono molto più importanti e significativi, ma su cui c’è una gran voglia di speculare a fini politici.

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martello carlo

Sei sempre stimolante, specie quando ti si presentano occasioni come quella afgana: Homo sapiens sapiens vs neandertaliano.
Tanto più che il RAVE PARTY di Viterbo avrà stuzzicato la tua nostalgia della civiltà pellerossa: sballo intorno al totem e bunga bunga al ritmo dei tamburi 24 su 24 7 su 7.
Bei tempi quelli, vero? Lo stesso devono aver pensato i talebani: abbiamo abbattuto una civiltà che voleva imporci una visione del mondo così diversa dalla nostra tranquillità controllata e condivisa dal popolo.
Anche le afgane devono aver fatto le stesse considerazioni: chi erano quei marziani che pretendevano di farci studiare le loro minchiate illuministe, indossare jeans e minigonne oppure partecipare alla vita politica del paese?
YANKEE GO HOME hanno gridato all’unisono, salvo quei fuori di testa che si sono attaccati all’aereo come dei berlinesi che volevano fuggire dall’Eden comunista.
Eppoi dove credono di andare….. si accorgeranno in che mondo saranno capitati: quote rosa,, donne libere di denunciare a 68 anni il loro idolo BOB DYLAN per averle stuprate 56 anni prima, uomini quasi costretti, non solo a non lasciarsi crescere il barbone, ma persino a depilarsi le gambe e il petto in nome del gender, oltre allo schifo di dover subire la visione di deliziosi culetti scoperti dal perizoma….. un conflitto insopportabile.
Altro che oppio e terre rare, qui mi sembra che sia l’eterno conflitto tra donne che si vogliono denudare e uomini che le voglio completamente coperte: questione di potere. 🙂

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Simone

Io credo che i soggetti coinvolti nei Rave party non abbiano nessuna storia, nessuna intelligenza/sensibilità e nessuna base culturale sotto. Solo tanta confusione mentale e nervosa che non hanno, logicamente e di conseguenza, idea di come risolvere. Non serve alcun libro per aiutarci a capire questo, solo un minimo di intuito.

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Mario56

Mario Zwirner
18 agosto 2021 alle 10:53
E’ un autocertificazione, non un bilancio controllato e certificato da terzi. Piccola, insignificante, differenza…

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Silvestro
18 agosto 2021 alle 14:34
Caro ZWIRNER
Riconosco che non finisce di stupirci. Chi si sente smentito nelle proprie affermazioni, suppongo che andrebbe innanzitutto a verificare il fondamento delle contestazioni segnalate. Ma anche questa volta questo accertamento, direi doveroso, non c’è stato.

Per meglio orientarla, la segnalazione di Mario56 si riferisce a pag.144 del file PDF già segnalato. I controlli sono quelli previsti secondo i criteri indicati nelle linee Guida di cui al decreto ministeriale 4 luglio 2019, facendo riferimento alle “Norme di comportamento dell’organo di controllo ETS”, emanate del dicembre 2020 dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC).

Se possiamo essere utili per ulteriori chiarimenti ci impegneremo, ma NEI SUOI PANNI STENDEREI UN VELO PIETOSO SULL’ARGOMENTO.
Vedo infatti che è già passato ad altro.

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Riporto qui la discussione del post precedente in modo che qualcuno non possa FARLA FRANCA.

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Silvestro

TRUMP ha già operato in modo chiaro circa le sue intenzioni. Lo ha fatto due mesi prima della scadenza del suo mandato in modo che, perdendo, sarebbero stati problemi di qualcun altro.
Poi, intendiamoci, qui non c’è solo TRUMP, ci sono di mezzo ben quattro Presidenti USA.

Mi sembra comunque che ci preoccupiamo troppo di puntualizzare un passato, che non cambia, trascurando gli scenari futuri.

IN AFGANISTAN Non ha vinto l’islamismo; HA VINTO L’EROINA. 
Da almeno vent’anni, gli studi denunciano sempre lo stesso dato: oltre il 90% dell’eroina mondiale è prodotta in Afghanistan.  Il generale Franks, il primo a coordinare l’invasione in Afghanistan da parte degli americani, dichiarò: «Non siamo una task force antidroga. Questa non è la nostra missione». L’affermazione significava che gli Stati Uniti avrebbero sorvolato sulla coltivazione dell’oppio se gli afgani non si fossero schierati con le bande armate. Oggi l’eroina talebana fornisce camorra, ‘ndrangheta, Cosa Nostra, i cartelli russi, e tutte le organizzazioni di distribuzione in Usa che si avvalgono della droga afgana piuttosto di quella sud americana perché più economica. È paradossale: gli USA hanno combattuto investendo miliardi di dollari contro una guerriglia, che si finanziava vendendo eroina proprio ai suoi cittadini.

La presa di Kabul apre inoltre la strada alla destabilizzazione di fatto del Pakistan. Appena i talebani avranno consolidato il potere, rivolgeranno facilmente lo sguardo verso il Paese confinante, con l’obiettivo di condizionarlo seriamente. i rapporti tra i due territori sono sempre stati di collaborazione stretta; una connivenza, spesso smentita, tra gruppi di terroristi e politici, tra militari e servizi di sicurezza. Non è un caso se lo stesso Osama bin Laden è stato individuato ed eliminato proprio in Pakistan. La vittoria in Afghanistan aumenterà enormemente il prestigio, il potere e l’influenza dei talebani nella regione.
LA QUESTIONE E’ CHE IL PAKISTAN E’ UNA POTENZA NUCLEARE: 160 TESTATE.  
 La possibilità che il Pakistan, sia destabilizzato e che l’uso degli ordigni possa entrare nella disponibilità del radicalismo islamico è qualcosa di terrorizzante.

Se questo si verificherà il flusso dei profughi afgani, i diritti delle donne, il burka, sarà l’ultimo dei nostri problemi.

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martello carlo

“I diritti delle donne afgane sarà l’ultimo dei nostri problemi” …se anche LUXURIA, e tutte le femministe arcobaleno e dell’ARCI GAY se ne fanno un baffo e difendono il supposto ISLAM MODERATO….
Eppoi di talebani ce ne sono già molti anche qui: oltre agli originali, stanno crescendo anche quelli nostrani…….

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Gatón

LE DONNE AFGHANE
(Post politicamente sconnesso)
Ha strappato il cuore la giornalista afghana di stanza a Bruxelles che si è aggiunta agli accusatori dell’Occidente (cioè noi, ndr) di abbandono delle donne di quel maledetto Paese. Nei tg della mia notte insonne ho sentito delirare evocando Anna Frank.
Facciamo un bagno di realismo.
Gli afghani sono 38 milioni, facciamo 40 tanto lì tutto è vago. 20 mln le donne, quelle emancipate non so, ma se lo sono, ciò è accaduto durante il ventennio di occupazione imperialista, salvo qualche anziana che si ricorda le minigonne dei tempi di Najibullah, viste e fotografate dai nostri giovani in R4 e Due Cavalli che andavano a sbafarsi di derivati del papavero.
I talebani militanti sono una minoranza. Le donne afghane in pericolo avranno padri, fratelli, parenti, amici, su venti milioni di maschi disposti ad aiutarle, a proteggerle? No, no e poi no!
È l’Islamismo estremo, bellezza, c’è chi lo impone e chi lo sopporta, se no quegli studenti del Corano segaioli detti talebani verrebbero semplicemente presi a calci in culo e instradati nel vicino e uguale Pakistan.
E ve la prendete col povero Biden, mavalà!
L’ipotesi più suggestiva è un ponte aereo all’incontrario, di femministe militanti (giovani però) tutte a Kabul con visto turistico. Una cosa un po’ più complicata delle femen che sfoderano le tette alle Conferenze Internazionali o sulla Piazza Rossa, ma fattibile. A far cosa? A portar via tutte le donne, lasciando questo popolo di pecorai a soddisfarsi con i propri ovini oppure, se gia mangiati, tra di loro. E poi…
.
Scritto dal mio solito amico di sinistra.

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