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DI RONDA CI RESTA…IL CLANDESTINO

 

Di fronte al tema della sicurezza, che nelle ultime ore si è riproposto come emergenza stupri; due sono le barzellette che possiamo raccontarci e che, puntualmente stiamo, ascoltando: La prima (vedi Casini) è che servono più uomini e mezzi alle forze dell’ordine. Come dire che servono più computer e più insegnanti per garantire una pubblica istruzione degna di questo nome. O che servono più magistrati e più fotocopiatrici per rendere celere la giustizia. Balle. Utili solo ad espandere ulteriormente lo spreco di risorse pubbliche: abbiamo infatti già gli organici più opulenti d’Europa e (nel caso dei magistrati) tra i meglio retribuiti. Non si tratta quindi certo di ampliarli. Servirebbero (condizionale, periodo ipotetico dell’irrealtà…) riforme strutturali in grado di riorganizzarli, motivarli e farli lavorare più seriamente.

L’altra barzelletta colossale (vedi Lega e ora perfino il Pd) è quella delle ronde. Proprio il Pd, prima di perdere completamente la bussola e diventare anche lui “rondista”, spiegava che le ronde sono al massimo un segnale del disagio della popolazione che, per una sera, scende in strada a segnalare, appunto, che ci vorrebbe più presidio sul territorio. Ma è impensabile che diventino una risposta, strutturata e continuativa, all’esigenza di maggior sicurezza. Alzi la mano chi è disposto non una sera, non sotto elezioni, non per conquistarsi benemerenze da trasformare in candidature, ma ad impegnarsi tutte le sere per il prossimo anno ad andare di ronda. E ad andarci in modo particolare quando più serve: cioè la notte dell’ultimo dell’anno, la domenica sera quando le forze dell’ordine hanno fatto il turno negli stadi, nei mesi estivi quando le stesse forze dell’ordine vanno in ferie.

Ben pochi veneti, ben pochi italiani si assumerebbero un impegno del genere, un compito così gravoso. Così come sono pochi ad accudire i propri cari (che per la quasi totalità affidiamo alle badanti), pochi a raccogliere la monnezza, pochi a lavorare in conceria, pochi a svolgere quelle mansioni ingrate che abbiamo quasi completamente delegato agli stranieri. E allora è chiaro dove giunge il paradosso: alla fine di ronda in maniera continuativa resterebbero solo gli immigrati, i clandestini! Cioè coloro contro i quali le ronde stesse sono invocate!…

Anche perchè il rondismo è un sottoinsieme del più ampio capitolo del volontariato. Il quale volontariato, quando non è un puro pretesto di magna-magna, ed in effetti in alcuni casi non lo è, resta comunque un apporto marginale cui non puoi delegare funzioni importanti in modo continuativo. Puoi solo ringraziarlo se e quando decide di fornire una prestazione, non certo pretendere che la garantisca sempre. Tanto per intenderci può capitare che arrivi il volontario un giorno a cambiare una volta il pannolone al nostro anziano, ma chi glielo cambia tutti i giorni quattro volte al giorno è solo la badante in regola o fuori regola. E così di ronda tutte le sere ci troveremmo solo lo straniero regolare o clandestino.

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