“Ho scritto una lettera a Papa Francesco per dirgli che da noi il lavoro c’è per i giovani che hanno la voglia e la flessibilità di adattarsi ai cambiamenti”.
Così Sandro Veronesi, il fondatore di Calzedonia e Intimissimi, nel lungo articolo che gli dedica oggi l’inserto economia del Corriere. Il Pontefice aveva denunciato l’ingiustizia di una società che fa lavorare i vecchi e non i giovani. L’opposto del cambiamento, della comprensione dei tempi nuovi. Fermo alla vecchia ricetta da triplice sindacale sessantottina: via alle baby pensioni che così si schiudono nuovi posti di lavoro…
Ovviamente la voglia e la flessibilità di adattarsi ai cambiamenti per i giovani non arrivano né per caso né per miracolo: dipende dall’educazione al lavoro che hanno ricevuto o dall’educazione al posto pubblico e all’assistenzialismo. Dipende dagli stimoli. Anche la tanto vituperata “disuguaglianza sociale” può essere utile, se non la vivi come invidia ma come spinta a migliorarti…
Quanto ai posti di lavoro Sandro Veronesi ha saputo crearli: “quando ho iniziato del 1986 – ricorda – c’ero solo io con un designer e una modella”. Oggi i dipendenti sono 32 mila. Il 60% ha meno di 30 anni. Stabilimenti di produzione e negozi (4.212) in mezzo mondo. 2,128 miliardi il fatturato del gruppo Calzedonia lo scorso anno.
Interessante ripercorrere la storia di questo crescita impetuosa raccontata dall’inserto del Corriere. Intuizione dopo intuizione: bisogna produrre direttamente e non solo commercializzare, devi capire i gusti della potenziale clientela e trovare la giusta fascia di prezzo.
Tutto dovuto alla genialità di questo eccezionale imprenditore veronese. Che una sola fortuna ha avuto: nessun contributo pubblico, nessuna prescrizione né indicazione dalle “politiche industriali”…
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