La camera da letto è l’ultima risorsa rimasta a chi vuole mandare a casa Berlusconi, non con la via maestra della sconfitta alle elezioni, ma con la via traversa della sue frequentazioni sessuali. E così si continua ad insistere sui rapporti che il premier avrebbe avuto o avrebbe con Noemi Letizia piuttosto che con sua madre, con la Carfagna piuttosto che con la schiera delle veline; mentre incombe la domanda di Repubblica sul numero di minorenni che, oltre a Noemi, lo stesso Berlusconi starebbe “allevando”. Ma le anime belle dell’antiberlusconismo sentono un certo imbarazzo: diventa infatti troppo da bigotti questo continuo spiare dal buco della serratura della sua camera da letto. E così sono diventati tutti americani, Berlusca come Bill Clinton: inaccettabile non era il “servizietto” fattogli dalla Lewinsky, ma il fatto che il presidente Usa avesse negato l’accaduto, cioè che avesse mentito.
Quindi è arrivata la virata: anche con Silvio il problema non è più la scopata ma la menzogna. Tutti a dire che Berlusconi ha mentito, che deve andare a casa perchè è inaccettabile che un premier menta ai cittadini. Ha mentito e tanto basta, a casa, eliminato dalla scena politica! Ma mentito su cosa? Possiamo domandarcelo? Non si sarà mica inventato un’intervista di sana pianta come ha fatto l’autorevole inviato Richard Owen dell’autorevolissimo Times? Non avrà mica scambiato il signore per il Signore? (se volete divertirvi andate a leggere cosa racconta sul Giornale di oggi Stefano Lorenzetto di questo Richard Owen).
Tornando a Berlusconi le terribili menzogne del premier non riguardano neppure un rapporto sessuale (che resta tutto da dimostrare) ma le circostanze in cui ha conosciuto il padre di Noemi, Elio; da quanto tempo frequenta l’intera famiglia; improvvisata o premeditata la sua partecipazione alla festa di compleanno?…
Come si vede tutte questioni cruciali per il futuro del nostro Paese, in cui la verità o la menzogna fanno una differenza abissale: possono salvare gli italiani o precipitarli nell’abisso…Ci fosse ancora l’abitudine di occuparsi di politica, invece che spiare dal buco della serratura (sperando di cogliere Berlusconi in fallo, possibilmente con una minorenne), ci sarebbero diverse menzogne da rinfacciare al premier. Menzogne davvero cruciali per il destino del nostro Paese.
Ricordo quella più clamorosa e gravida di conseguenze mortifere: l’impegno di fissare l’aliquota massima dell’irpef al 33%. Una promessa solenne che Berlusconi ha lasciato cadere (dando la colpa a Casini e agli alleati del suo secondo governo) senza che nessuno lo inchiodasse ad un volta faccia così clamoroso (oggi l’aliquota massima è sopra il 43%, più alta di quella del “vampiro” Vincenzo Visco) che ha segnato il tradimento della rivoluzione liberale; che ci condanna a restare il Paese più sovietico dell’Occidente, cioè quello col più alto numero di pubblici dipendenti in rapporto agli abitanti; quello col più alto numero di enti e consigli di amministrazione inutili; un Paese dove perfino la riforma federalista si svuota come un pallone sgonfiato: cosa mi cambia se (ben che vada) pago le stesse tasse di prima e non vengono ridotti gli apparati pubblici ma rischiano anzi di moltiplicarsi come metastasi?
Questa è la vera menzogna su cui inchiodare Berlusconi e mandarlo a casa facendogli perdere le elezioni: Altro che Elio, Noemi, il regalino di compleanno e le pugnette neoclintoniane.
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