La marcia su Washington dei centomila americani, che lo scorso fine settimana hanno protestato contro il presidente Obama e la sua riforma della sanità, è stata quasi ignorata e/o travisata dai nostri media. Questa protesta risulta infatti incomprensibile per la nostra mentalità corrente, statalista e illiberale, che santifica la sanità pubblica, considerata garanzia di cure gratuite per tutti, e demonizza quella privata considerandola solo mezzo di speculazione sulla pelle degli ammalati. Aggiungiamoci poi la leggenda corrente di un sistema sanitario usa che lascerebbe scoperti decine di milioni di cittadini e non raccoglierebbe nemmeno i moribondi dalla strada se non hanno in tasca una carta di credito o una assicurazione sanitaria.
Proviamo a dissipare l’equivoco smentendo proprio questo assunto. Gli Stati Uniti non abbandonano nessuno, semplicemente lasciano il cittadino lavoratore libero di scegliere: gli mettono cioè in tasca tutto lo stipendio, accettando che sia lui a decidere quanto destinarne all’assistenza e quanto alla previdenza. Noi italiani invece (e gli europei in genere) abbiamo il papà-Stato che decide al nostro posto; che decide quanto prelevarci alla fonte per destinarlo alla previdenza e all’assistenza. Assistenza, cure sanitarie, che non sono dunque gratuite ma prepagate e ad un prezzo (molto alto) prefissato dallo stesso Stato. Il cittadino non sceglie, subisce un’imposizione, ed è costretto a pagare anche per chi non paga pur potendo pagare (l’evasore fiscale) o per chi comunque non paga (l’immigrato clandestino).
I centomila in piazza a Washington non contestano tanto la volontà di estendere a tutti la copertura sanitaria. Contestano che questo avvenga aumentando le tasse anche a chi già si paga l’assicurazione sanitaria; e contestano anzitutto che Obama voglia introdurre una sorta di servizio sanitario pubblico. Perchè, da liberali, sono convinti che l’intervento statale generi carrozzoni tanto costosi quanto improduttivi. E’ già così nel loro sistema scolastico dove, a tutti i livelli, l’eccellenza si trova nel privato (accessibile anche ai nullatenenti capaci e meritevoli, tramite le borse di studio) mentre la scuola pubblica americana è un disastro simile alla nostra.
La vera discriminante è proprio questa. Una nostra mentalità, che oserei definire catto-comunista, considera il profitto fonte di ogni male e di ogni speculazione sulla pelle dei cittadini. Non capiamo che è esattamente il contrario: cioè che proprio la ricerca del profitto, per poter essere soddisfatta con continuità nel tempo, ti costringe ad un comportamento corretto nei confronti dell’acquirente del prodotto – anche di quello sanitario – mentre il sistema pubblico ogni volta diventa irresponsabile e immorale, proprio perchè non è tenuto in carreggiata dalla ricerca del profitto: quindi se ne frega della qualità del servizio erogato al cliente (che paga) e pensa magari ad ampliare l’organico dei propri dipendenti. Come avvenuto tanto nella scuola quanto nella sanità pubbliche italiane.
Capita che la sanità privata convenzionata speculi sulla pelle del malato, e gli impianti protesi o valvole cardiache speciosamente (cosa che fanno regolarmente anche i medici nella sanità pubblica) ma solo perchè non sta correttamente sul mercato, cioè ottiene la convenzione per coperture politiche e non per risultati e rapporto qualità prezzo. Sostenere che il privato specula per profitto è un idiozia. E’ come dire che un produttore privato di automobili ti vende un catorcio al doppio del valore. Facesse così di auto non ne venderebbe più una e finirebbe di guadagnare. Se vuole continuare a vendere, cioè a far profitto, deve fornire vetture competitive che soddisfino il cliente e lo facciano parlar bene di quella marca d’auto. La fabbrica, che vendeva autentici catorci e pagava stipendi a dipendenti del tutto improduttivi, era l’Afa Romeo statalizzata con la famigerata Alfa Sud. Era la Fiat con la Duna, le famose perdite a carico del pubblico e i profitti nascosti nei tesoroni all’estero dell’Avvocato…
Tutto ciò che è statalizzato ha lo stesso rapporto qualità prezzo della Duna o dell’Alfa Sud. La scuola, la sanità, qui da noi viaggiano in Duna. Gli americani cercano di non montarci…Per concludere: se preferite avere i soldi in tasca e scegliere di andarvi a vestire ai grandi magazzini o in boutique, siete negli Stati Uniti liberi e liberali. Se invece è lo Stato a “vestire gli ignudi”, col prelievo forzoso dagli stipendi, prezzi da boutique e qualità da grande magazzino, siete di sicuro nell’Italia statalista che continua a idolatrare gli sperperi pubblici e bolla come reazionarie le proteste anti Obama.
Lascia un commento