Altro che fare cucù alla Merkel. Sulla questione cruciale per qualunque governante – quella delle tasse – è Angela che fa cucù a Silvio! Nel senso che il cancelliere tedesco, appena insediato il suo nuovo governo di coalizione con i liberali, ha annunciato un piano di sgravi fiscali che il Cavaliere se lo sogna: 14 miliardi di euro dal gennaio 2010 e altri 24 a partire dal 2011. Sgravi sia per le famiglie che per le imprese. E in Germania quello che si annuncia si attua.
Ecco perchè il Cavaliere, sulla carta imprenditore e dunque campione del liberalismo, dovrebbe andare a lezione da questa democristiana cresciuta nella ex Germania comunista. Andare a lezione ed imparare, anzitutto a mantenere gli impegni presi con gli elettori, e poi a tagliare le tasse con l’accetta.
Nel 2001 Berlusconi si era impegnato a portare l’Irpef a due sole aliquote, 23 e 33%. Nel 2008 aveva annunciato l’abolizione dell’Irap. Oggi si è perso anche il ricordo di ridurre l’imposta sul reddito, mentre ci si accapiglia attorno ad un “taglietto” dell’Irap con Tremonti che sostiene manchino le risorse per farlo. C’è la crisi e quindi non si taglia l’Irap, così come nel 2001 ci furono le Torri Gemelle e quindi non si tagliò l’Irpef. In realtà non c’è stato nemmeno il taglio…delle palle, perchè la nostra classe politica non le ha mai avute…E noi cittadini dovremmo prendere atto che il vero problema è la mancanza di quegli attributi che ha invece Frau Angela Merkel.
La Germania infatti è alle prese con una crisi economica molto più grave della nostra. Ma appunto per questo la Merkel taglia drasticamente le tasse. Ha il coraggio di farlo sorretta dalla consapevolezza che questo è il vero punto di ripartenza, questo è il fulcro per rilanciare la produzione, i consumi e quindi anche gli introiti fiscali dello Stato e i conti pubblici. Noi invece (e perfino il Cav. pseudo liberale) ragioniamo come gamberi statalisti e diciamo: prima bisogna ridurre il debito pubblico, prima bisogna uscire dalla crisi, prima bisogna combattere l’evasione fiscale, e solo dopo potremo ridurre le tasse. Confidiamo cioè che sia un miracolo a salvarci e non scelte coraggiose di politica economica. Quando perfino il povero Veltroni l’aveva capito e, rovesciando il dogma della sinistra jurassica, su tasse ed evasione aveva detto: pagare meno per pagare tutti.
Per dei cittadini, come noi italiani, cresciuti a pane ed ideologia è assai difficile diventare laici e capire che la cosa fondamentale, la base del contratto sociale, è il rapporto fiscale che si stabilisce tra governati e governanti: conta solo quanto pago e che qualità di servizi ottengo in cambio, il resto è fuffa o quasi. E noi da decenni abbiamo costi svedesi per servizi maghrebini.
Quando il passaggio dal governo Prodi al governo Berlusconi comporta una qualità dei servizi immutati, con le aliquote che si innalzano ulteriormente sopra il 43%, dovrebbe essere chiaro che questo cambio può entusiasmare solo chi…ha i gusti di Marrazzo.
Lascia un commento