Non c’è l’ombra di un dubbio: a Milano, e non solo, ha perso Silvio Berlusconi. Ha voluto, come capolista in comune, essere il dominus della campagna elettorale del centrodestra. Ha voluto dare al voto milanese un significato nazionale (che avrebbe comunque avuto) e gli è andata malissimo. Ha perso in modo clamoroso, come dimostra anche il crollo delle sue preferenze.
Un tonfo tale da mascherare, in qualche modo, quello della Lega che pure è (quasi) altrettanto sonoro un po’ in tutta la Padania. Ed a Milano in particolare: perchè non puoi essere il partito del Nord se poi, nella capitale del Nord, nella capitale della tua Padania, ti fermi al 9% dei consensi. Roba da terzo polo.
Le ragioni della sconfitta della Lega sono almeno due: si è troppo appiattita su Berlusconi e ha fatto troppe promesse, non mantenute, sul fronte del contrasto dell’immigrazione.
Le ragioni della sconfitta di Silvio sono varie, ma una è quella principale ed evidente: ha voluto lo scontro frontale con la magistratura più politicizzata, con i pm di Milano, e i cittadini elettori non l’hanno seguito. Anzi: l’hanno abbandonato.
Come è ridicolo sostenere che a Milano ha perso la Moratti, altrettanto è ridicolo dire che ha vinto Pisapia. In realtà ha vinto la Ilda Bocassini che è l’emblema dei pm più engagée sul fronte dell’eliminazione di Silvio per via giudiziaria. Lo dimostra anche la clamorosa affermazione di un altro magistrato assai “creativo” sul fronte delle imputazioni: Luigi De Magistris a Napoli, un caso praticamente unico di candidato che ottiene più del doppio di voti personali rispetto a quelli andati al suo partito (l’unico precedente è Flavio Tosi a Verona).
Completa la dimostrazione il successo generalizzato dei grillini, che sono collocabili nell’area del qualunquismo giustizialista. Grillini e De Magistris quelli che Fabio Martini su La Stampa chiama .”Il partito di Santoro. Presenze fisse e poco moderate ad Annozero si sono imposte nei seggi”.
Difficile pensare che non si siano incrinati definitivamente i rapporti Pdl-Lega. Che già sul territorio sono ovunque conflittuali. Ancor più difficile pensare ad un secondo tempo in cui la Moratti vinca il ballottaggio: della serie il Real che recupera tre gol da Barca…
Questi i fatti emersi dalle urne. Passando ai commenti, la mia opinione è che la vittoria della Ilda sia molto preoccupante, radicalmente diversa da una vittoria di Bersani, del centrosinistra, che avrebbe cambiato poco nulla. Come poco nulla è sempre cammbiato nel doppio passaggio dai governi Berlusconi ai governi Prodi o D’Alema.
Qui è diverso perchè con la Bocassini, con De Magistris vince quel potere giudiziario che non è soggetto ad alcun controllo democratico da parte dei cittadini elettori. Un potere che già ha dimostrato tante volte la tendenza a debordare e che più che mai adesso di riterrà legittimato a farlo.
Ultima piccola, paradossale notazione: anche il vincitore formale di Milano è un garantista. Anzi un ultragarantista: Giuliano Pisapia, da deputato di rifondazione comunista, votava infatti le leggi di Berlusconi. Perchè chi ha provato, come lui, sulla propria pelle le unghiate del potere giudiziario, non può che diventare un garantista a vita.
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