E’ un condensato di saggezza e buon senso il vecchio proverbio lombardo “ofelè fa il to mestè”, pasticcere fa il tuo mestiere. Non combinare pasticci come succede a (quasi) tutti quelli che voglio cimentarsi con un mestiere diverso da quello che conoscono e praticano. Gli esempi si sprecano, basti pensare ai tanti giornalisti entrati in politica solo per fare altrettanti buchi nell’acqua…
Impossibile non pensare al proverbio dopo aver visto Celentano in Arena arabbattarsi, non certo con il Rock dove è e resta un grande, ma con quell’Economy che non rappresenta proprio il suo mestè.
Di una banalità imbarazzente le sue domande all’economista francese Jean Paul Fitoussi (che già quello dell’intervistatore è mestiere diverso dal cantante) per non parlare della sue personali considerazioni. Perla tra le perle l’affermazione che tanto il debito pubblico “basta non pagarlo”. Peccato che a detenerlo, il debito, siano in massima parte le famiglie italiane e quindi, non restituirlo, significa mangiarsi i loro risparmi.
Una soluzione che può passare per il capo ad una massaia, o ad un giornalista d’accatto come lo Zwirner, i quali però non possono andare a sparare queste stupidaggini in un Arena gremita e in diretta televisiva con decine di milioni di telespettatori.
Quanto alla decrescita non sto a fare il moralista osservando che gli ingaggi dell’Adriano mai sono decresciuti… ma certo che sentirlo predicare questa soluzione mi fa un po’ lo stesso effetto di vedere i banchieri che vanno a votare per la sinistra…
La novità, dopo diciott’anni, era il concerto dal vivo. Cioè il rapporto “vivo” con un pubblico vero, non con quello degli studi televisivi che (per cachet) applaude comunque quando si accende la scritta luminosa “applausi!” e viene zittito se dissente.
E così lunedì sera il pubblico dell’Arena ha interrotto la predica sull’Economy a suon di fischi e di grida: “Canta, Adriano, canta!”. Fa il to mestè, appunto, che di pasticceri della politica e del sociale ce n’è già a sufficienza.
Una postilla, dato che siamo nella mitica rete che, più che il luogo della partecipazione democratica, è quello dei pasticceri che si inventano nuovi mestieri: basta poter postare, e tutti siamo convinti di essere diventati esperti di tutto lo scibile umano. Tutti come Celentano che predica.
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