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MARIASTELLA CONTINUE LE COMBAT

 

 

 

 A quanto pare la cacciata del burocrate ministeriale Caterna Petruzzi, incapace di formulare il tema della maturità, davvero non è stato “qu’un debut” e il ministro Mariastella “continue le combat” impugnando addirittura la scure; cioè annunciando uno storico taglio del personale della pubbica istruzione: ben 148 mila posti, 101 mila tra gli insegnanti e 48 mila tra il personale non docente. Un 15% in meno sul milione circa di dipendenti.

Taglio come si vede colossale. Ma, se la Gelmini riuscirà a combattere e a vincere, sarà più significativo ancora dei tagli l’impegno a devolvere un quarto del risparmio di spesa così ottenuto come premio per i docenti più capaci e preparati. Questa sarebbe l’autentica rivoluzione. Anzi: sarebbe la restaurazione del merito che il Sessantotto aveva bandito in nome del più becero egualitarismo vetero comunista. Equalitarismo che puntualmente si realizza nell’appiattimento generale ai livelli più bassi. Reintrodurre il merito è il perno fondamentale da cui tutto deriva, compreso il taglio dei docenti più incapaci che diventa la logica conseguenza.

Intanto, a corollario del piano-scure di Mariastella, Il Foglio sottolinea la diseguale distribuzione degli insegnanti in rapporto alla popolazione sul territorio nazionale: nel Nord-Ovest c’è il 26% degli abitanti ma solo il 22% degli insegnanti, nel nostro Nord-Est il 18% di abitanti e il 14% di insegnanti. Quindi al Nord i docenti sono sottomedia. Al Centro il rapporto è equilibrato: 19% tanto di abitanti che di insegnanti. Al Sud e nelle isole il rapporto si inverte: al Mezzogiorno 24.5% di abitanti e 30% di insegnanti, in Sicilia e Sardegna 11,5% di abitanti e 16% di insegnanti.

E’ la solita solfa. Che si parli di insegnanti piuttosto che di postini, di netturbini piuttosto che di magistrati, di comunali o di regionali piuttosto che di forestali, ogni volta li troviamo esuberanti al Sud. Non dico carenti al Settentrione (che magari sono troppi anche qui da noi) ma in percentuali nettamente inferiori…E allora torniamo a bomba: la scuola “ce n’est qu’un debut” e “le combat” deve contuinuare in ogni settore della pubblico e del parapubblico, concentrandosi in particolare al Mezzogiorno. Qui e solo qui si gioca il risanamento o la bancarotta del nostro Paese.

Nel frattempo, rileggendo queste percentuali sulla diversa distribuzione degli insegnanti sul territorio nazionale, qualcuno ancora si stupisce che la Lega in Veneto abbia ottenuto il 30% di voti!? Probabilmente lo stupore è dovuto al fatto che abbia ottenuto solo il 30% dei voti…

 

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