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IL FALSO DRAMMA DELL’ASTENSIONE

Dai che stiamo diventando un Paese a democrazia avanzata: la stessa percentuale di votanti per eleggere il presidente degli Stati Uniti. Dai che non c’è più quella partecipazione “bulgara” propria dei regimi dittatoriali, dove il voto è un dovere.
Da noi, fortunatamente, è solo un diritto. Puoi esercitarlo, oppure no. Un po’ come il calcio: lo segue chi lo ama e chi, di calcio, qualcosa ne capisce.
La seconda condizione più indispensabile della prima. Chi non va alle urne dimostra infatti di capire poco di politica e democrazia: il voto sarà uno strumento imperfetto, aggravato dall’attuale legge elettorale, ma è pur sempre l’unico a disposizione. Non esercitarlo è inutile se non autolesionista: un po’ della serie il marito che, convinto di fare un dispetto alla moglie, si taglia…
Sei sdegnato di fronte ai politici corrotti ed incapaci? Sai che paura gli fai disertando le urne? Non gliene può fregar di meno. Anzi sono contenti: perchè rinunci all’unico strumento che hai in mano per provare a cambiare qualcosa.
Ma, per provarci a cambiare, bisogna appunto capirci qualcosa di quella difficile arte che è la politica; specie in un Paese bizzantino come il nostro affogato in un intrico secolare di vizi e virtù: di geniale creatività individuale, di anarchismo che rifiuta le regole, di esasperata ricerca dei privilegi corporativi. Un Paese inchiodato che solo lentamente e a fatica può essere rimesso in moto.
Se non lo capisci ti affidi ai sogni di palingenesi: al Grillo parlante, a Salvini che ci trasformerà nella Corea del Nord…E, quando ti risvegli, te la prendi con loro. Invece che prendertela con te che ti sei abbandonato a sognare l’arrivo dell’Uomo della Provvidenza.
Speriamo che di sognatori ne vadano sempre meno alle urne.
Purtroppo non solo ci andò, ma da presidente del consiglio, quello che tutt’ora viene definito il più grande statista del dopoguerra: Alcide De Gasperi, un residuato asburgico, un trentino (cioè più un austriaco che un italiano) che conosceva e capiva così poco dell’Italia profonda da porre le prime basi per portarla nell’Europa unita; convinto di poterci far diventare tedeschi con lo stampino…

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