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DOVE IL FEDERALISMO? NEL “BOFICE”!

 

La bozza del federalismo fiscale che sta elaborando il ministro Calderoli è quantomeno inquietante, nel senso che è un elenco di nuove tasse, che si aggiungono a quelle vecchie col restyling del nome: appena abolita l’Ici torna la tassa sugli immobili per i comuni che avranno anche la l’imposta di scopo (della serie: c’è da fare un parcheggio in centro? Prendo i soldi dalle tasche dei cittadini allo scopo di costruirlo), nuova tassa unica per le Province che riunisce e arrotonda quelle precedenti, le Regioni oltre all’irap avranno anche l’iva sui consumi. Un federalismo che inneggia alla “nuova autonomia impositiva” degli enti locali (della serie: che bello! Oltre a Roma adesso “ne ciucia el sangue” anche Venezia, Padova, Verona, Isola Rizza…)

La attendevamo da anni questa benedetta riforma e ora il federalismo fiscale ci arriva…nel “bofice”: nel senso che saremo noi cittadini del Nord a pagarlo. Più tasse per tutti. Federalismo doveva significare trattenere più risorse nel territorio che più ne produce, con queste risorse garantire servizi migliori ai cittadini con meno sprechi e quindi ridurre ai cittadini stessi la pressione fiscale, non certo aumentarla. Invece, non ce lo dicono esplicitamente, ma è ormai chiaro cosa accadrà: le risorse dei veneti continuaranno come sempre a finanziare l’assistenzialismo al Sud e, se i veneti vorranno qualcosa in più, i loro amministratori saranno liberi di dargliela prelevando soldi aggiuntivi dalle tasche dei veneti stessi.

Amara verità. Ma non poteva che finire così. Perchè puoi sollevare quanti polveroni vuoi, discutendo di millanta modelli diversi di federalismo, ma alla fine non puoi eludere il conto della serva sul quale si fonda qualunque federalismo vero: se destino più risorse da una parte, devo lasciarne meno dall’altra. Se sostengo, come fa la Lega, che il Veneto, la Lombardia, la Padania in genere hanno diritto a trattenere più risorse, devo però aggungere che, di conseguenza, la Campania, la Calabria, la Sicilia, il Sud in genere ne avranno di meno (oppure dovrei essere Cristo capace di moltiplicare pani e pesci). Ma è questa dichiarazione esplicita che Calderoli e la Lega non hanno coraggio di fare. E’ questo conto della serva chiaro e semplice che non osano quantificare.

Vanno anche capiti nella loro reticenza. Sanno infatti benissimo, come lo sappiamo tutti noi, che nel momento stesso in cui annunci e attui tagli all’assistenzialismo in quel momento al Sud scoppia la rivolta. La guerra civile non la vuole nessuno e quindi nessuno intende seriamente attuare una vera riforma federalista nel nostro Paese. Scelta perfetta e responsabile. Bisognerebbe però, quantomeno, avere l’onestà di spiegarlo ai cittadini del Veneto e della Lombardia; invece che continuare a prenderli in giro con l’annuncio di un federalismo prossimo venturo che, se arriverà, ci arriverà solo nel “bofice”; cioè con tasse in più da pagare.

 



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