E’ incredibile come il Padova riesca ad essere il primo e più importante nemico di se stesso. Gli restituiscono (giustamente) i 3 punti conquistati sul campo contro il Torino tolti dal giudice sportivo a tavolino, va a Grosseto e, alla fine del primo tempo, è in vantaggio di due gol, con in campo un Italiano perfetto direttore d’orchestra, un Cacia ai suoi eccelsi livelli e una squadra che, in tutti i suoi attori, gira proprio bene. Pensi che il più è fatto. Che la vittoria ce l’hai in tasca e, che con i 3 punti riavuti il giorno prima dalla Corte di Giustizia Federale, fanno 6 punti preziosi in due soli giorni per riaprire una strada sicura verso i playoff. E invece no. Sul più bello che l’impresa sembra compiuta, si torna nella sofferenza, nell’incertezza. In due minuti Sforzini fa 2 gol e cancella tutto il paradiso ritrovato.
Io veramente non so più che santi invocare per questo Padova. Perché ogni volta che c’è quasi, a livello di concentrazione e di testa si inceppa sempre qualcosa? E’ pazzesco, davvero. Inquietante. E chi più ne ha più ne metta. Quel che mi consola è che mancano 5 partite e le prossime 2, di queste 5, saranno contro Sassuolo e Torino, ovvero con due avversarie contro cui è impossibile abbassare la guardia anche solo per un secondo.
Però, se una squadra come il Padova punta non solo ad arrivare ai playoff ma anche a vincerli, certi crolli mentali e certi blackout non li deve più avere. Si deve mettere nella zucca che siamo agli sgoccioli, alle partite che contano, che ogni errore, adesso, si paga caro. Se non ci si mette a posto da questo punto di vista, sarà dura. Durissima.
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