Stavolta non ho dubbi. E penso che nessuno li abbia. Il rigore che l’arbitro Fabbri di Ravenna ha fischiato contro il Padova oggi grida allo scandalo. All’assurdo. E chi più ne ha più ne metta. Santacroce era in netto vantaggio su Lazzari ed è stato Lazzari a cadergli rovinosamente addosso, traendo in inganno il direttore di gara.
Non ci fosse stato questo episodio, la gara sarebbe finita senz’altro 0-0 e si sarebbe portato a casa un punticino che, in questo inizio di campionato così difficile e traumatico, avrebbe fatto brodo soprattutto dal punto di vista psicologico.
E invece niente: terza sconfitta in quattro gare, ultima posizione in classifica da soli con 0 punti e silenzio stampa decretato dal direttore sportivo Alessio Secco per far “ritrovare alla squadra la concentrazione”.
Siamo ancora all’inizio del campionato e dunque direi di stare calmo e tranquillo a chi ci vede già retrocessi in Lega Pro. E’ però innegabile che, mentre un po’ alla volta in difesa stiamo trovando la quadratura del cerchio, in attacco ci manca qualcosa. Anzi, più di qualcosa. Puntare tutte le fiches a nostra disposizione su Vantaggiato non si è rivelata una scelta azzeccata, perché il ragazzo è fermo praticamente da due anni e già in passato si è dimostrato “muscolarmente” fragile. Feczesin è indietro di condizione, Pasquato non può portare da solo il peso di tutto il reparto, anche se ci prova con tutta la generosità e la qualità che lo contraddistinguono, Ciano sembra, per ora, un pesce fuor d’acqua, Raimondi è a sua volta infortunato, così come Melchiorri, e Voltan è un giovane che non possiamo permetterci di “bruciare”.
Sull’opportunità del silenzio stampa mi tappo la bocca. Su una cosa però Secco ha ragione: che Marcolin deve trovare al più presto una soluzione per sbloccare il reparto avanzato. A gennaio, poi, si interverrà sul mercato e arriverà senz’altro un centravanti di spessore. Fino ad allora, però, bisognerà ricavare il meglio da ciò che si ha a disposizione. E farlo anche in fretta.
La Lega Pro è lontana centinaia di chilometri. Ma la tartaruga insegna che, a piccoli passi, qualunque traguardo è raggiungibile, anche, purtroppo, i più negativi…
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