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SI RIPIOMBA NEL CUORE DEL TUNNEL

Non eravamo venuti fuori dal tunnel dopo la vittoria contro il Varese. Saremmo stati dei folli a pensarlo anche solo per un istante. Però i tre gol fatti in una partita sola, la piacevole sorpresa di Melchiorri, la grinta di Pasquato, la resurrezione di Ciano e la grande reazione della squadra tutta dopo l’uno-due di Pavoletti ci avevano fatto vedere una luce in fondo a quel tunnel che, fino alla sfida di Modena, era buio che più buio non si poteva.

Oggi il Cittadella ci ha fatto capire che quella luce era un tir che, viaggiando in contromano, stava per venirci addosso. E, purtroppo, l’abbiamo preso in pieno, facendo il peggiore dei passi indietro che potessimo fare.

Certo non ci siamo proprio liquefatti dopo il vantaggio di Coralli, come magari era successo in altre occasioni nelle prime giornate di campionato, ma la reazione dei biancoscudati è stata troppo nervosa e poco costruttiva. Prendere solo un palo, con Cuffa, nella ripresa, è troppo poco per sperare di portare a casa un risultato utile da Cittadella. Dove il derby è una di quelle partite che dire sentite è dire poco.

Questa sconfitta, ahimè, ahinoi, mi (ci) fa capire tante cose. Che purtroppo Bortolo Mutti aveva ragione a dire che di santo qui a Padova c’è solo Sant’Antonio, altro che San Bortolo! E che la squadra è quella che è. Con qualche buon giocatore, ma anche con evidenti limiti. In attacco, ma non solo.

“Non possiamo reinventarci niente – ha ribadito oggi l’allenatore biancoscudato – questi siamo e bisogna che questi giocatori sbaglino il meno possibile e raggiungano un certo equilibrio”.

Tutto giusto. Aggiungo solo che bisogna agire in fretta. E che i primi a ricominciare a crederci e a trascinare il resto della ciurma devono essere i più esperti, protagonisti oggi degli errori più evitabili (su tutti Santacroce).

Perché qua a forza di parlare di spareggi salvezza (e lo è proprio il match di sabato prossimo contro la Juve Stabia) non vorrei che la squadra cominciasse a pensare davvero che oltre gli ultimi posti in classifica non può puntare. Se si spegnerà anche l’ultimo barlume di autostima, saranno dolori… dolori forti!

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