Non può piovere per sempre. E non c’è notte tanto lunga da impedire al sole di sorgere.
Ecco che quindi il Padova da quasi spacciato si trasforma perfino in una squadra che ha delle qualità. Già: le stesse che aveva qualche settimana fa quando si perdevano tutte le partite. Qualità che si faceva fatica a tirare fuori e che adesso Bortolo Mutti sta facendo snocciolare ai suoi un po’ alla volta. Giusto per non farsi venire un’indigestione… di entusiasmo! Ecco che la posizione in classifica non è più la penultima. Si sale verso la salvezza, un traguardo che si fa di settimana in settimana sempre più possibile.
Il Padova sta crescendo e, appunto, tirando fuori quel che prima non riusciva, bloccato da un freno a mano evidentemente più psicologico che tecnico. Ma aldilà di un Pasquato che segna sempre, di un Melchiorri che ci va sempre vicino, di un Vantaggiato che si fa un mazzo così anche se continua a vincere l’oscar della sfortuna, di un Iori che a centrocampo fa luce, di un Cuffa che non molla mai e di un Mazzoni che, in porta, ha dato, grazie all’esperienza, qualcosa in più, di questa squadra mi è piaciuto oggi soprattutto un aspetto: il gruppo.
Sì, il gruppo. Questo concetto che a volte qualcuno considera abusato e che invece è fondamentale per fare strada. Undici ottimi giocatori che non fanno gruppo non vanno più lontano di undici buoni giocatori che fanno gruppo. Oggi lo abbiamo capito una volta di più. E’ quando sai che il tuo compagno farà per te una corsa in più che vinci la partita. E’ quando tu fai lo stesso per lui che vinci la partita. E’ quando stringi i denti nonostante i crampi che vinci la partita. E’ quando raddoppi la marcatura per dare una mano al tuo compagno difensore che vinci la partita. E’ quando ci provi senza mollare mai che vinci la partita.
E vincerai con ogni probabilità anche quella che viene dopo.
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