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PER FAVORE PIETA’

A distanza di qualche ora dall’ultimo scempio consumato allo stadio Euganeo, sto ridendo in modo nervoso e isterico. E mi sto dando della cretina non una ma cento volte.

E sapete perché? Perché, per un attimo, quando l’arbitro ha dato il secondo rigore al Padova, mi sono illusa di avere di nuovo di fronte una squadra con un pizzico di carattere e orgoglio, un gruppo di giocatori con la voglia di mettere almeno il naso fuori dal tunnel nero della crisi. Dopo il rigore dato al Carpi ho visto una reazione, ho visto Di Matteo andarsi a riprendere il penalty che gli era stato fischiato contro solo pochi minuti prima, ho visto Musacci tirare con precisione ed esultare con foga e gli altri andargli incontro. Come fanno le squadre vere insomma.

E invece… E’ bastato sbagliare il secondo tiro dal dischetto (cosa che peraltro può succedere e non per questo si dà dell’incapace a chi l’ha sbagliato) per passare, in una frazione di secondo, dallo stato solido allo stato… LIQUIDO. Basta. Chiuso. Stop. Il Padova è scomparso. Si è confuso con la pioggia delle pozzanghere del campo e si è fatto massacrare dal Carpi che ha fatto il bello e il cattivo tempo.

Questa totale e incondizionata resa è stata una delle cose più brutte che ho visto nell’ultimo decennio, calcisticamente parlando. E sì che ne abbiamo passate tante. Anche quando credevamo di stare peggio (con Cestaro) e invece stavamo decisamente meglio.

Non riesco a dire niente se non “PER FAVORE PIETA'”.

Per quanto riguarda l’allenatore, non cambio idea rispetto al mio post precedente. Non avrà tutte le colpe ma non ha più in mano questa squadra. Ribadisco: a mali estremi, estremi rimedi.

Perché qui, ragazzi, siamo con un piede in Lega Pro. E guai a non prendere provvedimenti per evitare che in Lega Pro ci cada anche l’altro. Con tutta la fatica fatta per abbandonare quell’inferno.

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