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I SEGNALI

E’ tanto l’amaro in bocca per un pareggio che poteva essere una vittoria. E’ inutile negarlo: al 90′, quando Ebagua ha cacciato dentro il 2-2, l’entusiasmo fin lì cullato dall’illusione di riuscire a portare a casa, per la prima volta dall’inizio del campionato, la seconda vittoria di fila si è sgonfiato di brutto. E’ normale che sia così: i tre punti avrebbero permesso al Padova di riaprire il discorso playout e non al Cittadella (che ha vinto col Siena sorpassando i biancoscudati in classifica) e lo scontro diretto di domenica prossima con la Reggina all’Euganeo avrebbe avuto tutt’altro sapore.

Purtroppo non è andata così. Ed è confermato una volta di più che dovremo soffrire fino all’ultimo secondo per tentare di agguantare la salvezza.

Detto questo però è inutile, arrivati a questo punto, buttare via il bambino con l’acqua sporca. In fin dei conti, alla vigilia, avremmo firmato per un pari al “Picco”. Visto che un punto lo si è portato a casa, penso sia il caso di rimanerci un po’ male per come è maturato il risultato, ma certo non di disperarsi. Proprio alla luce di quello scontro diretto di domenica in casa. Proprio alla luce del fatto che l’attacco ha ricominciato a girare. Che abbiamo cominciato a segnare. Che non abbiamo paura di scendere in campo con 4 punte in trasferta a La Spezia.

Sono tutti segnali che la fiammella della speranza è ancora accesa e può, anzi deve, restare accesa fino alla fine.

Mi permetto un’unica considerazione tecnica, alla luce delle ultime due sfide. Col Lanciano all’Euganeo stavi pareggiando e, ad inizio ripresa, hai buttato dentro una punta in più. Hai così fatto capire all’avversario che non avevi paura a mettere il muso in avanti e hai vinto 5-1. Oggi il Padova stava vincendo 2-0 ma, una volta preso il primo gol spezzino con Giannetti, Serena ha tolto Pasquato (una punta) e ha inserito un centrocampista. Anche in questo caso ha lanciato un segnale all’avversario che purtroppo è stato inverso a quello sbattuto sul muso al Lanciano sette giorni fa. A fine gara l’allenatore biancoscudato ha spiegato che i cambi sono stati obbligati per via di problemi fisici di alcuni giocatori e quindi senz’altro non poteva fare altrimenti.

Da qui in avanti però sarà meglio continuare a cercare di mettere paura all’avversario giocando arrembanti piuttosto che dargli l’impressione che faremo un passo indietro per difendere il risultato acquisito fino a quel momento. Anche perché, in difesa, purtroppo, continuiamo a combinare almeno due frittate a partita. Meglio, insomma, non farci troppo affidamento.

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