Vedere il Padova vincere col Pescara non ha fatto altro che farmi arrabbiare, se già non lo ero abbastanza con questa squadra.
Se penso che basterebbe avere qualche punticino in più per non dover pendere così tremendamente da Novara e Varese mi vien da fare esattamente come hanno fatto oggi i tifosi allo stadio: incavolarmi come una bestia coi giocatori e fischiarli, per tutte le occasioni buttate al vento con una leggerezza disarmante.
Quel che raddoppia la dose di rabbia è poi constatare che oggi i lor signori son riusciti a vincere contro un avversario tosto e per nulla propenso a regali e favori in un clima bruttissimo, con l’Euganeo mezzo vuoto e i tifosi pronti a contestare ad ogni passaggio. Ma perché non sono riusciti a tirare fuori il carattere e quel poco in più che bastava quando tutto lo stadio li aiutava, cantava loro cori di incitamento per tutti e novanta i minuti, li sosteneva e li amava?
Sfogo finito. Il miracolo non è ancora compiuto.
L’agonia è solo prolungata e, con ogni probabilità, la morte cerebrale è stata rimandata di sette giorni. Anzi otto: perché col Siena si gioca di domenica.
P.S.: mi ha invece riempito il cuore il corteo di questa mattina, in cui si è visto che il cuore pallonaro di Padova batte e batte ancora forte. Spero che le promesse dei candidati sindaco non siano parole al vento e che ci possa davvero essere un futuro più roseo per il nostro Biancoscudo.
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