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GIORNATA INDIMENTICABILE

Oggi a Tamai ho vissuto una giornata (calcisticamente parlando!) come non ne vivevo da almeno 3 anni. Per trovare qualcosa che ci assomiglia devo tornare al campionato 2010-2011, alla cavalcata verso la serie A interrotta bruscamente in finale dalla vittoria del Novara. Quel che è venuto negli anni successivi è stato il nulla assoluto: poche partite esaltanti, ancor meno giocatori con un po’ di attaccamento alla maglia. A Bresseo, tranne rare eccezioni, ho visto solo visi abbronzati coperti da occhiali da sole passare salutando a malapena o addirittura fingendo di essere al telefono per non essere costretti a fare neanche quel minimo sforzo in direzione dell’educazione.

Certo, per ritrovare un po’ di sana normalità tra chi veste la nostra amata maglia biancoscudata, un po’ di sacrificio e voglia di lottare in campo e un minimo di rapporto umano abbiamo pagato lo scotto di scendere di due categorie. Ma ben venga la serie D se ci ha permesso di tornare a respirare questo clima. Di tornare a credere in un gruppo che non è solo una squadra di calcio, è una fede.

Non credevo ai miei occhi quando, dopo l’errore dal dischetto di Cunico, non solo i biancoscudati non hanno accusato il colpo ma hanno, se possibile, messo ancora più cattiveria per portare a casa una vittoria voluta davvero a tutti i costi. Una vittoria che ci fa mantenere il primo posto a punteggio pieno e continuare a volare sulle ali di un entusiasmo che non vogliamo più lasciare per strada.

Quel che ho visto dopo il novantesimo, inoltre, mi ha definitivamente riconciliato con tutto quello che, nel pallone, circonda la partita vera e propria e che non sempre fa parlare bene di sè. La cerimonia voluta dalla società Tamai ad inizio gara per ricordare Riccardo Meneghel, suo giocatore di 19 anni morto la scorsa settimana per un incidente stradale, è stata commovente e molto sentita. Ma vedere gli ultras del Padova srotolare lo striscione con scritto “ciao Riccardo” e accogliere i parenti di questo giovane strappato prematuramente alla vita sotto la tribuna a fine gara per far loro coraggio è stato un gesto che difficilmente chi ha visto potrà dimenticare. Da brividi. Da pelle d’oca.

“Non mollate mai” hanno cantato i tifosi del Padova a quelle persone straziate da un dolore insopportabile. Un dolore che per qualche secondo oggi è stato in minima parte alleviato dalla nobiltà della nostra Tribuna Fattori e dalla sua spontanea e sincera esplosione d’affetto.

Perché di fronte alla morte di un ragazzo di 19 anni il dio pallone è uno solo. E la maglia che indossa è uguale per tutti.

Ciao Mene…

 

 

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