Ci ho pensato su durante tutto il viaggio di ritorno da Valdagno.
Non riuscivo a capire se, nella mia analisi del big match dello stadio dei Fiori, doveva prevalere la constatazione che il Padova ha fatto la partita e ha avuto la sfortuna di trovare la traversa e un portiere avversario in giornata di grazia oppure la sensazione che comunque qualcosa non è andato fino in fondo come doveva in questa partita.
Alla fine ha prevalso la prima delle due. Ho rivisto le immagini più e più volte fino ad adesso e non c’è dubbio alcuno: il Padova ha fatto la partita. Il Padova ha battuto 19 calci d’angolo. Sentinelli ha preso la traversa e la linea di porta ma la palla non è entrata. Il portiere dell’Altovicentino ha fatto almeno 3 paratissime, più altri interventi decisivi. L’Altovicentino, aldilà del gol di Peluso, nato da un infortunio di Degrassi, non ha più di tanto impensierito Cicioni. Dunque non è il caso di fare drammi: e benché alla fine della gara il presidente avversario, Rino Dalle Rive, mi abbia invitato ad essere meno partigiana quando parlo del mio Padova (lo ha fatto con simpatia e il sorriso sulle labbra, nessun problema!), non mi sento di parte se dico che i biancoscudati meritavano non solo di pareggiare, ma forse addirittura di vincere. Tutto questo fa ben sperare per il girone di ritorno e ai tifosi più negativi, che dal fischio finale non fanno altro che dire che non andranno più allo stadio finché non si sarà arrivati in una categoria più consona, dico che questa squadra ha fatto e continua a fare di tutto per farsi voler bene e che quindi merita di essere ancora sostenuta e seguita con l’entusiasmo che si è respirato oggi a Valdagno nonostante la sconfitta.
La seconda sensazione del mio ragionamento, però, non si è affievolita del tutto. Penso che il Padova abbia fatto di tutto oggi per vincere. Che abbia messo in campo cuore, grinta e prestazione. Ma qualcosa, questo gruppo, può ancora fare per migliorare e affinare la propria personalità. In particolare nell’atteggiamento in campo. Troppa la frenesia in certi frangenti, che non ha portato il giocatore di turno a scegliere la giocata migliore da fare in quel momento. Troppo anche il nervosismo, soprattutto all’inizio, con proteste e ammonizioni che si potevano evitare. Agitarsi in quel modo, anche se l’arbitro in effetti ad un certo punto ha un po’ perso la trebisonda, non ha fatto altro che fare il gioco dell’Altovicentino che, col minimo sforzo, si è portato a casa l’intera posta in palio. Si tratta di compiere gli ultimi passi che mancano verso la completa maturazione. Verso una totale gestione di emozioni e qualità. Fatto questo, il Padova sarà davvero pronto per abbattere qualunque ostacolo gli si parerà davanti, che si chiami Altovicentino o in un altro modo.
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