Prima di scrivere questo post ho voluto andarmi a rivedere gli episodi chiave della partita col Castiglione. Ovvero l’espulsione di Ferretti e Dionisi. La sensazione dal campo è che l’arbitro potesse gestire un po’ meglio le due situazioni, soprattutto la prima, andando magari ad ammonire “El Rulo” invece che espellerlo o evitando almeno uno dei due gialli a Dionisi. Invece, a scorrere nuovamente le immagini, in effetti ci possono stare entrambi i rossi, visto che Ferretti, innervosito dalla trattenuta di un primo avversario, si è lanciato poi con troppa foga su Ruffini e Dionisi ha trattenuto due volte in modo plateale l’avversario lanciato sulla fascia.
Dispiace perché, alla fine del primo tempo, era comune sensazione nell’animo dei tifosi biancoscudati (anche oggi in oltre 500, straordinari!) che il Padova ce l’avrebbe fatta e anche bene a superare il Castiglione. Nei primi quarantacinque minuti si era vista una grande differenza di qualità sia nelle individualità che nel modo di far girare la palla. Certo i due davanti del Castiglione qualche brividino l’avevano fatto correre sulla schiena di Sentinelli e Niccolini che, però, poi, avevano opportunamente preso le contromisure. Il Padova la poteva perfino chiudere la sfida perché, oltre al rigore trasformato da Cunico, aveva avuto altre occasioni (c’era pure un altro netto calcio di rigore su Ilari, non sanzionato dal direttore di gara che, per questo, in effetti, una bacchettata se la merita tutta).
Cosa è successo poi? Che è subentrato un po’ di nervosismo di troppo, soprattutto dopo la prima delle due espulsioni. Forse la gara è stata caricata troppo. Forse il tanto caldo ha fatto perdere la lucidità che serviva. Non so. Fatto sta che il Padova ha fatto harakiri da solo, rimanendo in nove e permettendo a quel punto al Castiglione di fare il bello e il cattivo tempo. Da elogiare la capacità di soffrire dei nove che sono rimasti in campo: da Salvadori dietro, autentico baluardo nelle chiusure in occasione degli ultimi attacchi dei mantovani, a Zubin davanti che, dopo aver corso per tutta la partita come un ragazzino, si è ritrovato a dover far reparto da solo con due-tre avversari che di volta in volta tentavano di togliergli palla.
Non c’è niente di compromesso comunque. Mercoledì le orecchie saranno tese allo scontro tra Castiglione e Cuneo e poi domenica si giocherà contro il Cuneo all’Euganeo. L’obiettivo è ancora lì. ad una distanza accettabile. Basta rimettersi a fare quel che si è sempre fatto con la giusta serenità. Nè più nè meno.
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