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PILLON MISTER X

Questo quarto pareggio di fila del Padova mi spinge a diverse riflessioni. E alcune di queste affondano le loro radici a un po’ di tempo fa, quando sembrava che l’avvento di Bepi Pillon sulla panchina biancoscudata al posto di Carmine Parlato avesse risolto all’improvviso tutti i problemi di questo gruppo.

All’allenatore trevigiano vanno riconosciute onestamente due cose: 1) non ha ancora perso una partita, anche se oggi contro la Pro Piacenza ci è andato molto vicino; 2) Col suo 4-4-2 (che un tifoso, inviando un sms in trasmissione, ha definito “Anni 70”) ha restituito alla squadra compattezza e ordine. Le squadre avversarie fanno più fatica a farci gol, anche se, sempre oggi, è successo.

D’altro canto, però, se contro AlbinoLeffe, Giana Erminio e in parte anche Bassano e Alessandria l’impressione era di una squadra che poteva solo andare in meglio e che avrebbe presto sviluppato anche una manovra offensiva importante, contro Reggiana e Pro Piacenza abbiamo assistito ad una piccola involuzione. I biancoscudati perdono troppi palloni, fanno fatica a ripartire e, in alcuni casi, sono appannati. Stanchi. Qualcuno, altrettanto onestamente, avrebbe bisogno di rifiatare.

E qui veniamo all’altro punto che da settimane mi ronza in testa (e non solo a me): l’allenatore fa fatica a fare i cambi. E se ad Alessandria, a precisa domanda, ha risposto: “Quelli che erano in campo stavano facendo bene, io non sono uno che cambia tanto per cambiare”, con la Reggiana e oggi pomeriggio, sinceramente, qualcuno di quelli in campo andava sostituito e il tecnico non lo ha fatto. Non si fida di chi è in panchina perché non ha le caratteristiche per interpretare il suo 4-4-2? Oppure preferisce portare a casa il pareggio perché “intanto portiamo la barca nel porto sicuro della salvezza e poi penseremo anche a giocare meglio?”.

A questa domanda non ho una risposta certa. Certo è che io Cunico lo avrei visto bene oggi, così come domenica scorsa, in campo per un minutaggio più elevato. Il capitano ha qualità e, se si cerca l’episodio, lui è il più indicato a farlo succedere a suo favore. Insieme a lui merita una chance in più anche Mazzocco. Oppure Aperi o magari anche quell’oggetto misterioso di nome Turea di cui tutti parlano bene ma che non ha mai visto il campo neanche per un minuto. 

Perché non provare, in caso di difficoltà, qualcosa di diverso, provando a sorprendere le avversarie che un po’ alla volta iniziano a conoscerci?

 

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