Il Padova è diventato una squadra. Compatta, ordinata, affidabile. E’ questo il dato (confortante) che emerge dalla trasferta di Bolzano in cui i biancoscudati non sono riusciti a vincere ma hanno comunque allungato la striscia positiva arrivando a 10 partite senza perdere.
La difesa e il centrocampo sono una garanzia. Favaro in porta ha dimostrato ancora una volta di essere una certezza tanto quanto lo è Petkovic, Diniz è semplicemente mostruoso, Sbraga solido e bello da vedere allo stesso tempo (dispiace per Fabiano che di qualità ne ha da vendere: ma se prima Parlato e ora Pillon non hanno puntato su di lui, evidentemente non convince la sua condizione fisica), Dionisi un pendolino instancabile e Favalli in continua e costante crescita.
“Lì nel mezzo” l’ingresso nell’undici titolare di De Risio, forte fisicamente e pronto a mordere qualunque caviglia transiti dalle sue parti, ha fatto fare all’intero reparto un salto importante di qualità e anche Corti è tornato il Corti che ricordavamo, quello dei tempi di Varese. Il settore che in questo momento è un po’ in sofferenza è l’attacco (o meglio la fase d’attacco, che comprende anche il gioco sulle fasce che non sempre è fluido ed efficace) ma, se tanto mi dà tanto, un po’ alla volta Pillon, ora che il mercato di gennaio gli ha garantito qualche soluzione alternativa, riuscirà a far decollare anche quello.
Continuo a pensare che per i playoff la strada sia complicata e troppo affollata, anche se ogni volta che finisce la partita e il Padova ha inanellato un altro risultato positivo chiedo a Pillon e ai giocatori se è lecito provare a crederci in un qualche angolo del nostro cuore. L’importante, comunque, è crescere, migliorare, evolversi. E questo Padova, aldilà della posizione che occuperà a fine campionato in classifica, lo sta facendo.
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