A rivedere le immagini della sintesi tra Padova e Cittadella il rammarico che già c’era al fischio finale della gara raddoppia. Diniz ha commesso un’ingenuità mostruosa a farsi cacciare nel momento in cui erano i biancoscudati con un uomo in più e potevano forse perfino vincerla questa partita: avevano in mano il pallino del gioco, dopo che nel primo tempo si era visto un Cittadella nettamente superiore, e invece, proprio sugli sviluppi della punizione nata dal fallo di Diniz, poi cacciato anzitempo negli spogliatoi, è nato il gol che è bastato agli uomini di Venturato per aggiudicarsi il derby. Il rammarico, dicevamo, raddoppia perché in effetti Altinier non sembra proprio essere in fuorigioco nell’azione del primo tempo in cui l’arbitro aveva dato rigore al Padova e ha poi ritrattato per la segnalazione di offside del guardalinee. E Lora, nel finale, ha toccato il pallone con il braccio in piena area di rigore: in un calcio sempre più deciso dagli episodi, sono già due situazioni che potevano decisamente far girare la partita in favore del Padova.
Detto questo, però, non si può, almeno a mio avviso, perdere di vista la visione globale della partita. E pure del campionato e della classifica. Se tra Cittadella e Padova c’erano 15 punti di differenza fino a stamattina (e ora sono 18), significa che i granata hanno avuto un cammino decisamente più positivo dei biancoscudati. Se fino a qui gli uomini di Venturato hanno vinto 15 partite e sono primi a più 7 vuol semplicemente dire che sono forti. Terribilmente forti. Certo poi, aiutati che il ciel ti aiuta, magari hanno anche avuto diversi episodi a favore: ma ciò non toglie che sono sempre stati, aldilà di qualche rara sconfitta qua e là che non ha creato strascichi, la squadra da battere.
Ecco io credo che oggi abbiamo avuto una dimostrazione della differenza che c’è tra essere una buona squadra (come il Padova, che è peraltro notevolmente cresciuta negli ultimi mesi) ed essere una squadra forte. Il Cittadella è una squadra forte. Tecnicamente, tatticamente, psicologicamente e anche dal punto di vista della società che, dopo una retrocessione amarissima, ha saputo ricreare forza ed entusiasmo in pochissimo tempo, per tornare da dove era arrivata. Ovvero la serie B. Che a questo punto solo lei può perdere.
Il Padova stia contento dei miglioramenti di quest’ultimo periodo, della crescita individuale e collettiva dei suoi elementi e dell’esperienza che sta maturando la società che, lo ricordiamo, è nata nell’estate del 2014 ripartendo dai dilettanti. Tutti gli altri sogni, per ora, lasciamoli agli altri. Sperando di poterli rifare nostri in un futuro non troppo lontano.
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