Il Padova, battendo la Pro Patria, ha mantenuto acceso il lumicino dei playoff. Essendo sempre 7 i punti di distacco dalla quarta posizione a quattro giornate dal termine della stagione regolare, la luce è assai fioca ma c’è.
Detto questo, non di sola matematica dovrebbe vivere questo finale di stagione. Ad accompagnarla dovrebbero esserci entusiasmo, voglia di crederci, passione, tifosi che incitano. In questo momento tutto questo sta succedendo solo in piccola parte. Non occorre andare troppo indietro nel tempo per ricordare che razza di onda emotiva accompagnò la cavalcata del 2009, quella che portò il Padova ai playoff, agganciati all’ultima giornata, e poi in B grazie alle imprese di Ravenna e Busto Arsizio.
Mi spiace sottolinearlo ma stavolta ci si crede davvero poco alla riuscita dell’impresa: tira piuttosto una bella aria di smantellamento e di vacanze estive!
Il bello della faccenda è che, giocando come ha fatto ieri, il Padova per primo sta dimostrando di non volersi giocare fino in fondo le sue (poche, pochissime) chances. Pillon si è arrabbiato per la prestazione, soprattutto dei più giovani, ma probabilmente il problema dell’atteggiamento sbagliato è proprio legato al fatto che non c’è più convinzione in molti giocatori nelle possibilità di arrivare in fondo alla strada.
Non è un dramma, per carità. L’ho scritto mille volte e non solo io: i biancoscudati, conquistando la salvezza con mesi di anticipo, hanno già fatto il loro dovere. Hanno centrato l’obiettivo stagionale. Però, se ancora si parla di possibili playoff, diano almeno la parvenza di crederci. Perché qua pare che qualcuno abbia già le valige in mano e la testa proiettata alle più amene località di villeggiatura.
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