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SE VI PIACE CHIAMATEMI OSCAR

Vi ricordate il Supertelegattone? Quello di “Superclassifica Show”, programma musicale cult degli Anni Ottanta. Il simpatico gattone correva sopra i tetti, appoggiato all’antenna centrale e faceva impazzire le gattine che lo chiamavano a gran voce. La sigla si concludeva con lui che diceva: “Se vi piace chiamatemi Oscar”. Ecco, penso che, dopo la diffidenza con cui ha dovuto convivere all’inizio della sua avventura biancoscudata, ora l’allenatore del Padova (Oscar) Brevi possa lasciarsi un po’ andare (come ha fatto ieri sera sotto la curva ospiti del Penzo per festeggiare la bellissima vittoria veneziana), guardare negli occhi i tifosi, anche coloro che erano i suoi detrattori, stendere la mano e dire: “Chiamatemi pure Oscar, sarò il vostro allenatore”.

E’ merito suo se questo Padova ad un certo punto ha tirato fuori gli attributi. Tutto è partito da quello sfogo prima di Padova-Reggiana, quando sembrava che il tecnico milanese avesse già un piede nella fossa dell’esonero: Brevi ha rilasciato un’intervista al vetriolo, dicendo chiaramente: “Io non mollo. Dovete abbattermi voi se volete che mi faccia da parte. Finché sono allenatore io vado avanti coi miei ragazzi che tutelerò fino alla fine”. Con il suo sfogo ha evidentemente risvegliato la parte guerriera di ciascuno e ne sono uscite 8 vittorie in 9 partite, tra campionato e Coppa Italia.

Credo che nessuno, neanche il più ottimista dei tifosi, potesse sperare in un doppio successo a Parma e Venezia. Ottenuto con carattere e finalmente un po’ di gioco in cui i protagonisti in campo si ritrovano a memoria. Ora però piedi per terra e pedalare. Sempre avanti. Su questa strada che finalmente è attraversata da luminosi raggi di luce.

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