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ROBE DA MATTI

E’ ufficiale: il Padova ha ottenuto poco fa la vittoria a tavolino per la partita non disputata a Modena domenica. Un bellissimo e rotondo 0-3 che fa decollare i biancoscudati fino a far loro raggiungere la vetta della classifica a quota 22 punti. Almeno fino quando dei canarini e del loro breve passaggio in questa stagione non vi sarà più traccia e allora i 3 punti a tavolino e i punti fatti dalle squadre che sono riuscite a giocarci contro sul campo saranno cancellati.

Vittoria a tavolino per il Padova dicevamo, sconfitta su tutta la linea, invece, per la Lega, la Figc, la proprietà del Modena e tutto il mondo del calcio. Ogni anno sembra impossibile che possano verificarsi vicende come quella de club emiliano che è riuscito regolarmente ad iscriversi al campionato nonostante il Comune stesse per togliergli la disponibilità dello stadio “Braglia” per mancato pagamento dell’affitto. Eppure succedono. Succede purtroppo che ci deve vigilare non si accorge. Che chi è in regola con i conti ed è società virtuosa viene escluso dai ripescaggi e viene concessa la possibilità di partecipare al campionato di categoria superiore a chi è sull’orlo del baratro.

Augurandomi per l’ennesima volta che episodi come questo non si verifichino più (ma mi sento una povera illusa a pensare questo, dico la verità), auspico anche che questa seconda sosta forzata del Padova (che già aveva riposato alla terza giornata perché inserito nel girone B, ovvero un raggruppamento a 19 squadre…) non porti danno agli uomini di Bisoli che tanto hanno lavorato e stanno lavorando per trovare continuità di rendimento e risultati.

Spero infine che torni quanto prima il sorriso a chi, a Modena, sta perdendo tutto. Dai segretari e impiegati ai magazzinieri che sono indubbiamente quelli che se la stanno passando peggio, fino ad arrivare ai giocatori e a Eziolino Capuano che qualche giorno fa, in un’intervista raccolta da Trc Modena, si è quasi messo a piangere. Non aveva più voce per commentare quello che gli stava succedendo. E soprattutto non aveva parole per spiegare la sensazione di schifo che provava a dover fare ogni settimana le convocazioni della sua squadra ben sapendo che in campo non ci sarebbe mai andato.

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