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UN CHIARO SEGNALE

Un segnale di forza. Un avvertimento alle altre. Una crescita della consapevolezza di sè. La vittoria contro la Triestina di questa sera, anzi, mi correggo, contro questa Triestina, così tosta e brava a far girare la palla e, a tratti della partita, anche la testa ai giocatori del Padova, ha un valore immenso. E’ il chiaro segnale che gli uomini di Bisoli, sempre più primi in classifica, possono davvero sostare nella posizione con la miglior visuale fino alla fine del campionato.

Non mi piace troppo parlare dei singoli. Preferisco, di solito, evidenziare i miglioramenti del gruppo sotto la guida di un allenatore che si rivela ogni settimana vincente nelle sue scelte azzeccate. Stavolta però è inevitabile applaudire, oltre allo stesso Bisoli, anche una serie di giocatori che stanno mostrando pregi tecnici e mentali straordinari. Un bravo va a Tabanelli che, nella serata del suo esordio dopo un brutto infortunio muscolare, ha trovato anche la via del gol. Un bravissimo va a Marcandella che continua a dimostrare all’allenatore che quest’estate ha fatto bene a riportarlo a casa, nella sua città, per tornare a fargli indossare la maglia biancoscudata. Un altro immenso stasera è stato Carlo De Risio: subentrato a metà ripresa si è attaccato alle caviglie degli avversari e non le ha più mollate, mostrando un temperamento eccezionale. Per non parlare di Trevor Trevisan: il difensore, già al Padova dal 2009 all’inizio del 2014, sta dimostrando una maturazione pazzesca. Non è più il ragazzino che ogni tanto si perdeva per strada, è diventato un uomo, maturo, un giocatore di cui ti puoi fidare sempre. Non tutti, quest’estate, avevano gradito il suo ritorno: lui ha chiuso la bocca e ha iniziato a pedalare e ha fatto l’unica cosa che andava fatta, da persona intelligente quale è: ha lasciato che fosse il campo a parlare per lui. Un ultimo plauso lo voglio riservare a Michele Russo: il difensore, titolare irremovibile e rigorista d’eccezione l’anno scorso con tanto di 7 gol all’attivo, si ritrova ora a doversi sedere in panchina, chiamato ogni tanto da Bisoli a dare il suo contributo a partita in corso. Be’, ogni volta, Michele mi stupisce per come entra in partita senza accusare minimamente il colpo, senza lamentarsi, senza diminuire di una virgola l’impegno di sempre. Non è facile, ma lui sa che, solo facendo così, si farà ritrovare pronto dal primo minuto quando il tecnico avrà nuovamente bisogno di lui.

Segnali di un Padova forte, segnali di una squadra che vuol dimostrare di non essere solo un sogno, ma una splendida realtà.

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