Se il Padova disputerà non dico tutte ma quasi tutte le partite del girone di ritorno con l’intensità che ho visto nel primo tempo di oggi a Livorno e con la gestione delle energie che ho visto nel secondo tempo sempre di Livorno forse a maggio riusciremo almeno a prolungare l’agonia fino ai playout e a salvarci. L’intraprendenza di Marcandella, la qualità di Clemenza (mi domando ancora una volta perché in queste ultime giornate sia stato messo da parte. A precisa domanda Foscarini mi ha risposto che aveva bisogno di altre caratteristiche, ma quali caratteristiche possono essere migliori di quelle di uno che salta l’uomo e prova a tirare in porta?), la forza di volontà di Cappelletti, il ritrovato entusiasmo di capitan Pulzetti, le parate al momento giusto di Merelli, la lucidità di Trevisan sono tutti elementi che insieme alle 4-5 nitide palle gol create mi fanno davvero pensare che il Padova è qualcosa di più di quello che abbiamo visto all’opera ultimamente. Forse la qualità non è eccelsa ma ce n’è più di quel che molti di noi pensavano.
Il mercato, a questo punto, davvero può trasformarsi nell’ancora di salvezza che ci vuole per risollevare quel che resta da risollevare. “Chi non ci crede, fuori dai c….” hanno titolato gli ultras nel loro striscione di contestazione dopo Padova-Benevento. Ecco credo sì che sia arrivato il momento per chi non si sente più bene qui, per chi non ha voglia di sobbarcarsi la sofferenza che inevitabilmente ci sarà da qui alla fine, per chi pensa di non avere più molto da dare in questo contesto di alzare onestamente la mano e chiedere la cessione. Zamuner ha parlato di 10-11 giocatori in partenza, perché con una rosa di 31 elementi non si può andare avanti.
Credo ci sarà anche qualche partenza eccellente. Non mi stupirei se pure Contessa, che l’anno scorso ha fatto un gran campionato e ha contribuito alla risalita in serie B, facesse le valigie. Ci sta di commettere un errore in campo, per la troppa foga, per la troppa voglia di fare la cosa giusta, per l’incapacità di frenare la propria irruenza. Se Contessa avesse provocato il rigore dell’1-1 del Livorno per la necessità di fermare un avversario lanciato a rete da solo, per neutralizzare un grave pericolo reale, l’avremmo tutti già perdonato. Allargare il braccio su un cross a campanile nemmeno minimamente pericoloso in un momento in cui in area non c’è nessuno del Livorno che ti sta addosso credo sia il segnale che il giocatore non è più tranquillo mentalmente. Se Bisoli da qui alla ripresa del campionato riuscirà a rimetterlo in bolla saremo tutti contenti. Se invece così non sarà meglio salutarsi adesso conservando peraltro uno scrigno di bei ricordi.
Contessa a parte, voglio da oggi in poi fare mio l’hastag che ho letto in uno dei vostri commenti. #sesalvemo. Mi piace, lo sento anche mio. Perché ci credo. Ci credo fortemente.
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