Un caro amico, che considero una delle persone più competenti in materia calcistica che io conosca, in occasione della partita del Padova contro il Fano di fine gennaio (sfida pareggiata dai biancoscudati con gol di Santini poi espulso) mi scrisse un messaggio che recitava così. “Tanti segnali negativi, se la vinciamo, si va su”. Alla fine non è arrivata la vittoria in quell’occasione (ma nella sfida successiva il Padova ne ha fatti 6 al Mantova) ma condivido assolutamente con lui la teoria dei “segnali”. Cioè concordo con chi pensa che le situazioni che si verificano in una determinata partita non siano semplici coincidenze ma, appunto, segnali che possono (probabilmente, non certo sicuramente) dirci come evolverà il campionato nell’immediato futuro.
Ecco, ritengo che la vittoria su calcio di rigore in casa della Virtus Verona al 95′, sia un segnale. Bello e buono. E’ stata una delle partite più difficili dell’ultimo periodo per i biancoscudati: il campo stretto, la difficoltà a trovare spazi. Io mi ero già abbondantemente rassegnata al pareggio e anzi, sotto sotto, avevo una paura boia che ci scappasse un contropiede della Virtus e un golletto che poteva pure farci uscire dal “Gavagnin Nocini” sconfitti. Invece il vecchio cuore scudato ci ha riservato un finale da brividi: nell’ultimo assalto dell’ultima azione dell’ultimo minuto della partita Ronaldo (e non è un caso nemmeno il fatto che sia stato lui il protagonista della svolta della gara: Ronnie infatti non solo è il capitano di questo Padova ma anche l’esempio più fulgido dell’impegno e della totale dedizione alla causa) ha cercato, voluto e ottenuto il calcio di rigore che ha risolto la serata, facendo mantenere alla squadra il primato in classifica in solitaria.
Un segnale, anzi il segnale. Alla vigilia di uno degli scontri diretti più duri del campionato vincere così a Verona è stata la cosa più bella, soprattutto a livello emotivo, che ci potesse capitare. Questo Padova non molla, ragazzi. E contro il Perugia, ne sono certa, getterà ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo.
ONORE A MANDORLINI
A 60 anni suonati sentire ancora la partita in quel modo e mostrare quella cattiveria non è da tutti. A prescindere dalla tecnica, onore all’uomo.
Squalifica per quattro giornate una roba da MAIALI.
Avanti contro tutto e tutti.