7 punti in 3 partite. Penso che, se nel momento in cui ha accettato l’incarico sulla panchina del Padova, avessero chiesto a Pillon di firmare per questo ruolino di marcia nelle prime tre partite della sua gestione lo avrebbe fatto. Due vittorie contro due squadre di bassa classifica e un pareggio a testa alta contro la terza forza del campionato rappresentano un bottino di tutto rispetto per il nuovo allenatore biancoscudato. Un bottino che permette ai tifosi di passare un sereno Natale e guardare con maggiore fiducia al girone di ritorno.
C’è però un piccolo rammarico, pur nel clima di soddisfazione generale che in questo momento, legittimamente, sta riempiendo il cuore del tifoso. Anzi due. 1) Quando nel primo tempo giochi meglio di un avversario così attrezzato e le occasioni per portarti sul 2-0 e addirittura sul 3-0 le hai le devi sfruttare. Perché il calcio non ti perdona niente e si è visto. 2) Se nel secondo tempo, pur con l’attenuante dei due infortuni in un minuto, non abbassavi così il baricentro prestando il fianco alle scorribande avversarie, forse, l’1-0 lo portavi a casa.
Del senno di poi sono piene le fosse. E lo stesso Pillon in sala stampa ha ammesso che, forse, mettere un centrocampista per un attaccante nel momento dell’infortunio di Neto non è stata l’idea giusta perché, appunto, il Padova ha iniziato a snaturarsi e a fare le barricate, atteggiamento che non è certo nel suo dna. Ma aldilà delle scelte di Pillon (che un po’ difensivista, lui sì, lo è di natura) è evidente, come già lo era in passato, che questa rosa, che pur ha ricominciato con gli undici, diciamo così, titolari, a mostrare cose egregie, non ha ricambi all’altezza. La coperta è corta, insomma, e non lo scopriamo certo adesso.
Ecco perché occorre un’attenta e seria riflessione sul mercato. Perché qui c’è da mettere mano a tutti i reparti se si vuole viaggiare con maggiore tranquillità fino alla fine del campionato (o magari sognare qualcosa di più di una semplice salvezza). E Pillon dovrà assolutamente confrontarsi con il direttore sportivo De Poli per far arrivare i giocatori che veramente servono alla causa. Non comparse destinate a riempire la parte bassa della lista e a scaldare la panchina (o peggio ancora la tribuna). Solo allora, cioè quando saranno stati ingaggiati i rinforzi da lui richiesti, potremo giudicare fino in fondo l’operato di Pillon. E capire se, anche oggi, ha fatto di necessità virtù oppure ha sbagliato la filosofia dei cambi pensando a difendersi quando invece non doveva. Per ora stiamo contenti dei miglioramenti visti e attendiamo che si apra il mese di gennaio.
P.S.: chiudiamo con un sentito e affettuoso “in bocca al lupo” a Daniel Niccolini. Un giocatore che ha dato tantissimo alla causa del Padova. Sia l’anno scorso, nella cavalcata promozione che difficilmente i tifosi che l’hanno vissuta in prima persona dimenticheranno, anche se era “solo” serie D, sia quest’anno, nelle poche occasioni in cui ha avuto l’occasione di giocare. Ha commesso qualche errore per carità, ma ha sempre profuso il massimo impegno. Anche oggi ci stava riuscendo ad uscire a braccia alzate dal campo. Il brutto infortunio alla tibia e al ginocchio della gamba sinistra lo terranno lontano dal campo per un po’ ma, ne siamo certi, non ne spegneranno lo spirito da guerriero. Che tornerà a ruggire quanto prima.
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