Tanto aspettavamo Daniele Vantaggiato che è arrivato Mirco Gasparetto.
Onesta e sincera. Quando ho sentito il suo nome il primo pensiero (cattivo) che ho fatto è stato: "No, Casper no…". "Casper" è il soprannome che all’attaccante di Asolo, scuola Milan, era stato affibbiato a Padova nella sua prima venuta in biancoscudato, tra il 1999 e il 2001, nel glorioso (si fa per dire ovviamente!) campionato di C2. La motivazione è molto semplice: davanti alla porta spesso era come il fantasmino del cartone animato, quando era ora di far gol "spariva".
Il secondo pensiero è invece stato buono perchè il 1999 è stato il mio primo anno da giornalista del Padova e lo ricordo come fosse ieri. E Mirco, nonostante non sia mai nato un rapporto particolarmente stretto tra me e lui, mi è sempre rimasto impresso come un ragazzo buono, perbene e sensibile. Ricordo il legame speciale che aveva con la fidanzata di allora e che una volta mi disse, toccandomi il cuore: "Ho imparato molto da lei, standole vicino in un momento particolarmente delicato della sua vita". Insomma, la classica persona "coccola", che all’interno di uno spogliatoio già collaudato come quello biancoscudato troverà senz’altro la sua collocazione senza turbare la serenità e gli equilibri del gruppo.
Non è l’indiscussa umanità del ragazzo però a far nascere in queste ore dubbi e perplessità nel mio stato d’animo e in quello dei tifosi: sono infatti passati dieci anni dall’ultima volta che lo abbiamo visto all’opera, di strada Gasparetto ne ha fatta molta, basta leggere il curriculum: Pisa, Chievo, Genoa, Empoli. Di gol però ne ha segnati pochetti: 4 l’anno scorso a Pisa, 6 al Genoa, 2 all’Empoli, divisi in due campionati. L’unico numero che spicca è il 20 della stagione 2002-2003 a Prato, in cui si contese il titolo di cannoniere della C1 con il nostro Ciro Ginestra fino all’ultimo (alla fine vinse il napoletano con 21 reti): ma ahimè è passato tanto tempo!
Ovviamente la speranza è quella che Mirco ritrovi proprio lo smalto di allora anche se i numeri più recenti non sono dalla sua parte (anche perchè non credo sarà bello per lui domani, nel suo primo giorno a Padova dopo tanti anni, avvertire prima ancora di mettersi al lavoro la diffidenza e la delusione della piazza), ma visto che il Padova cercava un bomber di razza in grado di restituire concretezza e produttività ad un reparto in grande difficoltà, va detto che il suo ingaggio non sembra sia quel che serviva in questo momento alla squadra di Carlo Sabatini.
Va detto, certo, perchè il momento del Padova è delicatissimo e non ci si può più permettere di sbagliare. Nè in campo nè sul fronte dell’attuale campagna acquisti detta appunto "di riparazione" per rimediare alle sbavature commesse la scorsa estate.
Credo che però contemporaneamente noi tutti si abbia l’obbligo di non creare un’accoglienza disfattista a Gasparetto e di dargli così la possibilità almeno di partire con il piede giusto. Tranquillo. Sereno. Solo così potrà dimostrarci che ci siamo sbagliati a nutrire questi dubbi. Se invece si sentirà addosso il peso di un giudizio a priori saranno dolori per lui e per il Padova.
E poi di attaccante ne arriverà sicuramente un altro oltre a lui.
Lascia un commento