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BASTA SPARARE, TORNIAMO A SPERARE

Nello Di Costanzo è il nuovo allenatore del Padova.

Il suo nome è spuntato all’improvviso e all’ultimo momento, quando ormai tutti eravamo orientati verso l’eterno indeciso Daniele Arrigoni o l’esperto di calcio rumeno Cristiano Bergodi. Un po’ ci ha spiazzato perchè tutto potevamo aspettarci fuorchè che al posto di Carlo Sabatini arrivasse uno che di esperienza in B ne ha poca più di lui.

A differenza di Attilio Tesser, di cui mi colpì immediatamente l’atteggiamento da professore che, secondo me, in quel momento particolare e con quella squadra particolare non rappresentava un efficace strumento di dialogo con i giocatori (e i fatti poi mi diedero ragione), Nello Di Costanzo mi sembra una persona semplice. Pacata. Diretta. E uno che ha vissuto sulla sua pelle situazioni calcistiche drammatiche, quali fallimenti societari (Messina su tutti) e piazze bollenti nel vero senso della parola (vedi Juve Stabia e Benevento, dove, testuali parole del nuovo mister, "ti contestano anche dopo un pareggio fuori casa"). Tutte situazioni da cui è uscito con la bandiera della vittoria in mano, portando a casa salvezze al fotofinish da sconsigliare ai malati di cuore. 

Non ha fatto grandi discorsi Nello Di Costanzo oggi, nel suo primo giorno di lavoro. Anzi ha pure detto che essere l’alternativa ad Arrigoni non lo ha fatto sentire declassato. "Pure a Venezia sono arrivato dopo allenatori del calibro di Zaccheroni, Prandelli e Novellino e i tifosi mi guardavano con scetticismo – ha aggiunto – Io ho chiesto loro di giudicarmi in base ai risultati che portavo e alla fine mi hanno apprezzato. Chiedo anche qui a Padova la stessa cosa: se vi piaccio, mi apprezzerete, se non mi salvo, me ne andrò via da solo". Parole che mi sono suonate come quelle di una persona che promette ciò che può mantenere, che sa quanto lungo è il passo che la sua gamba può fare, così come quelle che ha annunciato avrebbe poi pronunciato alla squadra: "Dirò ai ragazzi che sono dei giocatori che meritano palcoscenici molto più importanti di quello che stanno vivendo adesso, ma che, siccome ci si ritrova per una serie di cose negative a navigare nei bassifondi della classifica, c’è bisogno di un grande sacrificio da parte di ciascuno di loro. Di un cambio di mentalità. Di un ritorno all’aiuto reciproco in campo". Sembra perfino banale, ma forse è proprio dalla semplicità che bisogna ripartire.

Anche perchè, bisogna dirlo francamente, la società in questi due giorni davvero ne ha combinata una peggio del castellano, annunciando e smentendo più volte Arrigoni e Bergodi per poi sfornare Di Costanzo. Oggi in conferenza stampa sono volate parole pesanti nei confronti di Sottovia e De Franceschi per come queste 48 ore sono state gestite, per come si sono lasciati scappare Arrigoni con l’accordo quasi in mano, per come non sono riusciti a garantire un tecnico di un certo spessore al Padova. Critiche più che legittime, espresse in queste ore anche da voi tifosi, in questo blog e anche in altri siti.  

Ora però è arrivato il momento di ripartire. Di smettere di "sparare" e di ricominciare a "sperare". Che il Padova si tiri fuori dalle peste della zona retrocessione a partire dalla sfida col Frosinone. E che Cestaro, Sottovia e De Franceschi, alla fine, possano dire di aver fatto la scelta giusta a pescare dal mazzo proprio Nello Di Costanzo. 

Forse, se alla fine Arrigoni ha detto no a noi per aspettare la Lazio e forse finirà, come pare, alla Triestina al posto di Mario Somma, c’è un perchè. Non era destino. Forse il destino vuole proprio che sia una persona con meno curriculum e più cuore a risollevare il Padova. Così era Carlo Sabatini che dopo 11 anni è riuscito a riportare il Biancoscudo in B dopo tanti anni tormentati. Forse è così anche Nello Di Costanzo che, magari, in B ci farà rimanere, facendoci tirare un profondo sospiro di sollievo.

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