“Mi ero ripromesso di dare un giudizio dopo 8 partite. Siamo alla settima ma ho capito che questa squadra è troppo remissiva e alla fine il risultato non può che essere la sconfitta. P.S.: servono tre giocatori di categoria ma soprattutto un bomber sennò si fa dura. Sempre e solo forza magico Padova”.
Poche righe affidate di getto al proprio status di facebook. Poche righe che racchiudono in pochissime parole tutto il significato di questo brutto momento del Padova. A scriverle l’ex centrocampista biancoscudato Maurizio Coppola poco dopo il fischio finale del 4-1 rimediato dal Padova al “Rigamonti”. Coppola, che col Padova ha realizzato il gol decisivo nello spareggio per andare in serie A del 1994 (e non solo!) e quindi sa bene cosa vuol dire avere il carattere e tirarlo fuori al momento giusto, ha ragione da vendere. Col cuore tifa e continuerà a tifare Padova, una piazza che gli ha dato tanto e a cui ha dato tanto, ma con la testa (e la competenza calcistica) non può non mettere in evidenza quelli che sono i limiti attuali della squadra allenata da Bisoli.
A Brescia si è ripetuto il canovaccio di Foggia: Padova in vantaggio nel primo tempo. Padova che, nel secondo, anziché aggredire l’avversario per impedirgli di avvicinarsi a qualunque costo alla porta difesa da Merelli, appare appunto remissivo, abbassa troppo il baricentro, prende paura. Il risultato, va da sé, non può che essere la sconfitta. E oggi pure pesantissima.
Anche la chiosa di Coppola sul mercato mi trova d’accordo: il gruppo messo a disposizione dell’allenatore non è assolutamente male per raggiungere la salvezza ma, se non si vuole passare le settimane tra eccessivi patimenti, urgono diversi rinforzi di categoria. In attacco certo, dove ti serve un bomber e dove purtroppo Bonazzoli e Capello non si sono ancora sbloccati (complice il gran lavoro in fase difensiva che richiede loro il tecnico) ma anche a centrocampo, vero attuale punto nevralgico.
Per ingaggiare nuovi giocatori occorre attendere gennaio. Nel frattempo a Pierpaolo Bisoli tocca il difficile compito di ricompattare la squadra e di farle ritrovare la grinta e la determinazione che sono sempre state nel suo dna. Ce la deve fare, altrimenti potrebbe farsi più dura del previsto.
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