Faccio fatica a trovare le parole per parlare della partita del Padova a Modena. Ho visto un primo tempo bellissimo da parte dei biancoscudati, era da tempo che in campo non si dava “del tu” al pallone con così tanta intesa e padronanza. Il gol ingiustamente annullato a Ruopolo (il tocco non è stato di braccio bensì di petto) era perfino passato in secondo piano di fronte alla bellezza dell’azione con cui il Padova si era portato in vantaggio. Vedere quel pazzo (inteso ovviamente in senso buono!) di Legati uscire, palla al piede, dalla sua area per poi andare, con coraggio e senza paura, a prendersi l’assist finale di Bentivoglio nell’area avversaria mi aveva fatto tornare con la mente alla meravigliosa primavera del 2011 che tante emozioni ci ha regalato, grazie alla rimonta che alla fine ha portato ai playoff.
Purtroppo ci hanno pensato i secondi quarantacinque minuti a riportare me e tutti i tifosi di nuovo sulla terra, riservandoci un atterraggio decisamente poco morbido. L’errore dell’arbitro Tozzi nell’assegnare il rigore al Modena è stato pesante e decisivo, perché ha in un sol colpo permesso ai “canarini” di pareggiare nel loro miglior momento e ha contemporaneamente ridato vita e importanza all’altro grave errore della terna arbitrale, quello sul gol non dato a Ruopolo nel primo tempo appunto (fossimo andati al riposo sullo 0-2 di certo non sarebbe finita così). Non mi posso però fermare qui nell’analisi della ripresa: perché è vero che l’arbitro è stato determinante ed è altrettanto vero che, seppur prendendo in mano il pallino del gioco, il Modena fino all’episodio del rigore non ha fatto un tiro in porta. Però è altrettanto innegabile che l’approccio del Padova, nella seconda parte della gara, non è stato all’altezza di quello sfoderato nel primo tempo. Troppo grande la porzione di campo regalata agli avversari che hanno avanzato il proprio baricentro e hanno iniziato ad attaccare a testa bassa. Ripeto: fino al rigore regalato dal direttore di gara, questo forcing modenese non aveva prodotto nitide palle gol, ma dare anche solo mentalmente ad un avversario bisognoso di punti la possibilità di pensare che ce la può fare, è deleterio, specie in un momento della stagione in cui i punti pesano per tutti.
Ecco che allora allo stadio “Braglia” si è schiantata irrimediabilmente la stagione del “mancano ancora tante partite alla fine pensiamo alla prossima” e del “sbagliare un tempo ogni tanto ci può stare”, anche se ciò non è successo solo per colpe del Padova. Contro Brescia e Varese, stando così le cose, non si potrà sbagliare. Altrimenti saranno dolori e pure lancinanti.
Di solito, quando non ha più a disposizione prove d’appello, il Padova non sbaglia. E voglio pensare che anche questa volta sarà così. Perché continuo a ritenere che l’impronta di Dal Canto in questi ragazzi ci sia. E che si manifesterà, innanzitutto a Brescia e contro il Varese, in due sfide da incorniciare e ricordare a lungo.
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