“Non diamo calcio a secchio dopo avere fatto culo così per mungere mucca”. (Prof. Aza Nikolic).
Così scriveva ieri prima della partita contro il Vicenza il difensore del Padova, Elia Legati, sul suo profilo Facebook. Già, perdere il derby coi vicentini significava proprio dare un calcio al secchio dopo essersi fatti un mazzo tanto (a Verona e, sei giorni prima, con la Juve Stabia) per riempirlo di punti e di passi avanti in classifica.
Poco male, ormai è andata così. Alessandro Dal Canto (e avevo ragione a dire che di lui non ci si doveva fidare, perché forse alla fin fine tanto asino non è) ha portato a casa la sua vendetta infliggendo al Padova una sconfitta che, seppur ingiusta per la quantità di occasioni prodotte dal Padova soprattutto nel secondo tempo, è pur sempre una sconfitta.
Non mi soffermerò a parlare dei fischi all’ex mister e della sua reazione col dito davanti alla bocca, visto che ho già detto alla vigilia, nel mio post precedente, il mio pensiero in proposito. Non c’è tempo per fermarsi a pensare a queste cose. C’è chi di Dal Canto vuol ricordare la straordinaria cavalcata che ci ha portato ad un passo dalla serie A (e tra queste persone ci sono anche io), c’è chi preferisce tenersi bene a mente il brutto finale della stagione successiva, che ci ha visti settimi e dunque fuori dai playoff. In ogni caso è tutto passato. E l’acqua passata non macina più. Nel bene e nel male.
Il presente dice che, nonostante tutto, i playoff sono ancora lì. A questo dobbiamo pensare, così come da oggi Dal Canto penserà solo alla difficile salvezza del suo Vicenza. Noi dobbiamo scrollarci di dosso questa sconfitta, per quanto bruciante, se no rischiamo di portarcela dietro nelle prossime gare come un pericoloso fardello.
Insomma, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Scordiamoci il passato. E pensiamo ai playoff.
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