Vedere Cestaro con gli occhi lucidi stamattina mi ha profondamente commosso. Lui non voleva lasciare il Padova, voleva festeggiare la serie A portato in trionfo da un’intera città che lo adorava e gli vorrà sempre un bene fuor di misura. Purtroppo la famiglia, i problemi di lavoro e altri motivi strettamente personali lo hanno costretto a mollare prima di portare a termine il suo progetto e le redini del Padova sono passate di mano in anticipo rispetto ai tempi che lo stesso cavaliere si era prefissato tempo fa.
L’era Cestaro è dunque finita. Mi ha però confortato, e pure parecchio, l’approccio che ha avuto il nuovo numero uno biancoscudato Diego Penocchio. Avesse fatto proclami a destra e a sinistra, come sciaguratamente fece l’altro presidente lombardo nel 1996 (e sappiamo tutti com’è andata a finire…), mi sarebbe subito saltata la mosca al naso, così come mi era saltata quando i fratelli Vecchiato, protagonisti di una trattativa per l’acquisizione del calcio Padova precedente a quella che ha portato all’acquisto da parte di Penocchio, avevano parlato della volontà di “portare il Padova in Europa League” e del desiderio di riportare la squadra a giocare all’Appiani.
Penocchio si è presentato con idee chiare e piedi ben piantati per terra. Aspetterò che costruisca la società e la squadra prima di esprimere giudizi sul suo operato, ma l’inizio non mi è sembrato per niente male. Struttura snella, due tre figure esperte nei ruoli chiave e tanti giovani collaboratori motivati: mi sembrano tutte ottime premesse per l’allestimento di una rosa che poi sul campo porti a casa qualche buon risultato.
Penocchio ha detto oggi che è riuscito a comprare il Padova in pochi giorni perché la trattativa si è subito incanalata sui giusti binari, grazie alla serietà e professionalità di entrambe le parti. Ecco speriamo che questa serietà e questa professionalità facciano parte integrante del nuovo Padova. E che questo “colpo di fulmine” si trasformi ben presto in una solida storia d’amore.
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