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SILENZIO… PARLI IL PADOVA!

Ho atteso qualche giorno prima di aggiornare il blog. Ero troppo arrabbiata e risentita per il Padova che avevo visto domenica contro il Pergocrema. Ho pensato che, se dopo la sconfitta di Monza, mi era uscito un titolo come "che due palle", dopo lo 0-0 col Pergo poteva uscirmi di peggio. E non era il caso.

Ho preferito far sbollire un po’ la rabbia e rimanere all’angolo, ascoltando attentamente tutti gli spunti e i commenti che mi sono arrivati dai tifosi e dagli amici. C’è (comprensibilmente) tanto rammarico in chi da sempre ama i colori biancoscudati: la paura di tutti (che è anche la mia) è che si incappi nell’ennesima stagione fallimentare, nell’ennesimo campionato in cui fino all’ultimo si spera di raggiungere almeno i playoff e invece poi sfuma tutto, come una gigantesca e dolorosa bolla di sapone, per una sconfitta di troppo o un pareggio che doveva essere una vittoria. 

Non credo però che la soluzione che in molti mi hanno additato in questi giorni sia quella giusta, ovvero sollevare Carlo Sabatini dalla guida tecnica della squadra. Lo penso per due motivi, uno personale, uno oggettivo e puramente "statistico": 1) stimo tantissimo il mister, la sua profondità d’animo, il suo modo di intendere il calcio e la sua capacità di mettersi sempre in discussione: se nelle ultime partite ha commesso degli errori, saprà farne tesoro e apporre i correttivi che servono. Sperando magari che al mercato di gennaio arrivino i rinforzi giusti, soprattutto a centrocampo, laddove di incontristi non è rimasto più nessuno dopo l’infortunio di Crovari; 2) negli anni precedenti gli allenatori a Padova sono saltati come i birilli: Glerean è stato sostituito da Ulivieri, Pellegrino da Mandorlini, Ezio Rossi dallo stesso Sabatini. Eppure l’avvicendamento non ha portato a raggiungere l’ambito traguardo. Stima per Sabatini a parte, penso quindi sia comunque meglio, per una volta, lasciar lavorare l’allenatore e dargli massima fiducia fino alla fine, senza ogni domenica rimetterlo in discussione.

A patto però che, al silenzio di chi vorrebbe la sua testa, corrisponda una risposta sul campo della squadra. Subito. Domenica a Lecco.     
  

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