Credo che la misura sia colma. Che il presidente Diego Penocchio, se davvero non ha alcun problema ad iscrivere il Padova al prossimo campionato di Lega Pro come ha fatto scrivere nel comunicato post deferimento, debba interrompere questo assurdo silenzio e iniziare a dare qualche segno di vita, qualche segnale di buona intenzione.
Di errori ne ha fatti a palate nel campionato appena concluso con la retrocessione, nonostante una costante ostentazione di sicurezze e certezze e quel “ci salveremo al cento per cento” che suona ancora nel cuore e nella testa dei tifosi come la più sonora delle beffe. Perché ostinarsi a chiudersi in sé stesso, perché non provare a farsi capire dalla piazza, attraverso un dialogo in cui si dimostri pronto a scusarsi e disponibile a rivedere le scelte per provare a tirarsi su?
So che una trattativa per la cessione della società ancora in piedi c’è, anche se è coperta da assoluto riserbo. Ma credo che, in ogni caso, sia arrivato il momento di parlare, di agire, di fare qualcosa. Qualunque cosa che faccia capire ai tifosi che non devono disperare, che uno spiraglio in fondo al tunnel c’è, che non dovranno dimenticarsi di aver amato la propria squadra di calcio, che il Padova non sparirà nell’oblio.
Se non lo farà in tempi brevi, credo che la situazione diventerà irrimediabilmente insanabile. E che la sensazione di essere stati presi tutti per i fondelli predominerà su ogni volontà di chiarimento.
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