Oggi si doveva capire se il Padova era o non era con il suo allenatore. Mi pare che il messaggio lanciato dalla squadra sia stato chiaro e univoco, altrimenti i giocatori non sarebbero scesi in campo con così grande intensità e non si sarebbero avventati sui portatori di palla senesi con cattiveria e furore agonistico per impedire loro di fare il bello e il cattivo tempo all’Euganeo.
Bene: la notizia buona è che i biancoscudati remano nella stessa direzione di Alessandro Calori.
La partita odierna contro la vicecapolista però, almeno a me personalmente, ha messo sul piatto un’altra convinzione molto semplice ma in realtà, sempre per la mia opinione, altrettanto illuminante: ovvero che questi siamo e non è certo per le scelte di formazione di Calori che possiamo fare meglio e tornare ad aggrapparci al treno dei playoff o peggio e avvicinarci pericolosamente ai playout. Almeno non in questo momento.
Mi spiego meglio: non voglio con questo passare una mano di bianco immacolato sul tecnico che in qualche occasione ha lasciato perplessa e dubbiosa anche me su determinate decisioni oppure, viceversa, dire che non dà alcun valore aggiunto alla squadra. Oggi però non è per come erano schierati in campo che i biancoscudati hanno fatto la differenza: è per l’atteggiamento con cui hanno affrontato il Siena, tutti, dal primo all’ultimo. Per il resto si son visti gli stessi limiti dell’ultimo mese, con Ardemagni che non vede più la porta, De Paula che "lasciamo perdere" e Vantaggiato che continua a mettersi la colla sulla punta delle scarpe e non passa mai quel diavolo di palla!
Questo è il momento che gli attaccanti stanno vivendo, c’è poco da fare. E non c’è modulo diverso o uomo diverso o soluzione diversa che possano far girare la situazione. Bisogna semplicemente che i tre di cui sopra, un po’ alla volta, riprendano fiducia e ricomincino a credere nelle loro possibilità. Calori non può far altro che far giocare chi vede meglio in settimana, cercando di agire sulla loro mente e sulla loro convinzione più che sui movimenti sul campo.
Un primo passo avanti è stato fatto oggi sul piano della mentalità. Ora aspettiamo i gol. Come ha detto Vincenzo Italiano in intervista a fine gara: "Matteo Ardemagni recupererà prima o poi la vena cittadellese, no?".
Un capitolo a parte di questo post lo dedico proprio a Vincenzo Italiano: Vincenzo ha fatto una bella partita, schierato in un ruolo che non è il suo, dando una grossa mano soprattutto nel disturbo delle ripartenze del Siena. Il suo rientro è stato importante, ma non dico determinante perché comunque, se fosse rientrato lui e il resto della truppa non ci avesse messo quel che ci ha messo, da solo avrebbe potuto fare ben poco. Di Vincenzo mi è tanto piaciuta l’uscita dal campo, in cui ha urlato "Dai, dai" alla tribuna che stava fischiando perché non gradiva il cambio con Cuffa ed è andato a dare il "cinque" a Calori. Son segnali. Importanti. Specie in un momento delicato come questo. E Vincenzo ha dimostrato una volta di più di meritare la fascia di capitano.
Sotto col Cittadella!