Fino ai 25 ero un dancer di prima fascia.
L’ultima volta che ho ballato seriamente (esiste anche un modo poco serio di farlo, vedi-e non l’ho visto- il “Ballando sotto le Stelle”) era l’ Agosto 1994.
La data è facile da memorizzare, festeggiavamo il XXV° anniversario del Festival di Woodstock.
Bella casa, cibo e bevande adeguate, belle conversazioni, zero “spirito da rimpatriata” (pericolosissimo), grandi musiche e balli liberi e creativi come riempitivo.
Io ogni tanto rompevo le balls con un personalissimo tormentone (era un mio vezzo ormai dismesso) “ma non c’è un mambo?…machecazz di festa è senza un mambo!…”.
Nonostante fossi il più vecchio della serata, ovviamente non conoscevo il mambo, come non conosco alcun ballo latino americano perchè non mi piacciono.
Ed allora perchè proprio “il mambo”?
Semplicemente perchè era un imprinting cinematografico, una figura mnemonica delle cose che ho visto e che mi hanno fatto fare qualche passo avanti (quelli indietro non se li ricorda nessuno).
La clip verrà postata sotto.
Nota:
i più attenti 😀 😀 tra voi noteranno che la rumba non c’entra un fico.
Ma i titoli vogliono la loro parte. 😎
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