Oddhjo, ma cos’ho scritto? 😮 😮
Beh, ormai è andato il lancio e non posso ritirarlo.
No…cioè (pausa)…cazzo…al limite (pausa)…
Questo NON E’ IL NUOVO TOPIC!
Inoltre c’è un errore marchiano nel titolo che va inteso come: MANUALE PER L’USO…
L’uso di cosa?
L’uso di questo spazietto ovviamente.
Cioè, può capitare che talora mi venga lo sfizio di scrivere una cosa “seria”, che a quel punto perde ogni significato di serietà.
Quindi, a partire dal prossimo Topic, sarebbe “gradito” che ogni tanto il post di partecipazione contenga dei link musicali connessi con ciò che scrivete , o link di film, di libri, o richiami dai quotidiani, riviste, bollettini parrocchiali, “pubblicità non gradita in cassetta – grazie” (che così te la buttano sulla porta di ingresso che fa anche girar i maroni di più…).
Intendiamoci, è un GRADIMENTO del Dominus, cioè de mì, e non un obbligo.
Per stasera tutto qua.
Però finchè sto scrivendo, il titolo (sbagliato), che può avere un doppio senso, e la filastrocca introduttiva (…no cioè…cazzo…al limite…), mi ha portato alla fine dei ’60 e ai primi ’70, quando nelle facoltà universitarie “ultra-mancine”, in coerenza con quanto si andava (ideologicamente) studiando, diventò (quasi) di moda, per molte “compagne”, specie di buona famiglia, accasarsi o adirittura sposarsi col “compagno manovale/operaio”.
Mi dovete credere sulla parola.
E allora?
E allora NIENTE di particolare, a parte il fatto che, a mia memoria, l’inverso, cioè studenti che si accasassero con operaie o “casalighe liberate”, non accadeva mai.
E allora?
Ancora NIENTE, se non una piccola “sottigliezza binaria”.
Quale?
Beh è difficile spiegarlo senza essere “grevi”, ma ci provo.
Oltre al “dato ideologico”, le ragazze di buona famiglia erano, per così dire, “attratte” anche dalla “ruvidità ruspante e virile” che l’operaio/manovale rappresentava simbolicamente, ma, a quel punto, potevano scattare almeno 2due2 meccanismi (da ì il concetto “binario”):
a) le ragasse di buona famiglia, e colte, non sempre erano abituate a certi approcci sensa “ellissi”, molto diretti e senza coccole…, e dopo l’eventuale “big ride” (??)…, come dire…non c’era “dialogo”;
b) oppure poteva accadere l’inverso, e cioè che “il manovale/operaio” ***** poteva sentirsi un po’ “inibito” di fronte alla buona educazione delle compagne…, insomma per dirla schietta NON era così automatico che “sbottonata la patta dei pantaloni”, il “resto” venisse da sè.
Non ho tenuto il conto, ma quelle unioni o matrimoni, in media, non superavano l’anno, o il biennio toh.
E allora?
Un’altra volta NIENTE.
Chi ha voglia ci pensi e chi non ne ha, nisba.
*****nota marginale
Ho la certezza che nella mia vita ho conosciuto, anche confidenzialmente, più “operai/manovali” io, di tutti i visitatori di questo Blog messi assieme.
p.s.:
che a NESSUNO venga in mente di chiedermi se gli “intellettuali” abbiano, o non abbiano problemi similari.
Hanno, hanno…, ma è tutta un’altra storia… 🙂
😎
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