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LA VITA è UN FORFè, SE TI VA PUOI SEMPRE FARE IL RESèT…

Cambia poco, cambia, ma poco.
Ovviamente nessuno di voi è tenuto a condivere il “senso” del presente titolo.
Tuttavia rimane una mia opinione, fondata sul nulla, ma è una di quelle sensazioni forti che ognuno di noi ha, indipendentemente da eventuali dimostrazioni contrarie.
Abbastanza facile è dare un significato a “reset”, anche se nei fatti è un po’ più complicato “azzerare e ripartire”.
Sul “forfait” ci potrebbe venire incontro una vecchia maniera popolare di intenderlo: ” femo un sù a sù” (fino a quando i più dotti introdussero il più corretto francesismo “forfait” che il popolo rese foneticamente con “forfè”).
Sulla possibilità di definire “la vita” non mi ci provo nemmeno.
– ” E la morte?”
– è più facile.
Un grande Filosofo, di cui non ricordo il nome, ma non vado a cercarlo in Internet, disse: “noi siamo quello che facciamo con continuità”.
Il morto lo puoi fare una ed una sola volta, e c’è molta tolleranza dei vivi su quel tuo “essere morto”, anche perchè è un “tiro” unico.
Anche nei film la morte, come rappresentazione, batte la nascita 100 a 1: ogni cento film dove viene viene trattata, ce n’è uno che tratta della nascita.
Nelle canzoni, e nella musica in generale, non ne sono sicuro, ma mi sa “a usta” e a “forfè” che c’è lo stesso rapporto.
Aspetta che rileggo quello che ho scritto che magari mi son perso il filo del discorso.
Ah, sì!
Questo che sto scrivendo è il tentativo di dare un messaggio (…) di speranza a chi, facendo i propri conti, gli pare che tutto sia uno schifo, o di essere un perseguitato particolare della s-figa.
Ma no, no e no, non è così.
Il fatto è che il “bòn” che ti è capitato è stato archiviato con facilità, il “cattivo”, al contrario, è sempre IN EVIDENZA.
Va anche detto che la sensazione che in genere si ha è quella che il “bòn” sia il frutto del TUO operato, mentre il “cativo” proviene da ALTRI, e quindi pare non ci sia mai una responsabilità soggettiva.
Facciamoci una bella moviola di ciò che ci è fino ad ora accaduto, ci accorgeremo che non è sempre colpa dell’arbitro.
E poi c’è un’ultima cosa che nessuna “federazione” potrà mai definire:
CHI arbitra la partita della tua Vita?
Corajo.

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