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FISIOnOMICA

Lasciate perdere, o voi che siete entrati, la FISIOGNOMICA è una “bullshit”, una sciocchezza, anche se scritta correttamente e nel corso di alcuni secoli ha avuto pure dei sostenitori di nome, pure un veronese che di nome faceva LOMBROSO Cesare, forse perchè non rideva mai, o non aveva nulla per cui ridere, tranne la sua “teoria”, quella sì un po’ foolish.
Prima di cimentarmi, vi comunico che per oggi violerò la promessa che mi ero fatto in un mio post: usare parsimoniosamente l’anedottica personale.
Prima d’ogni altra cosa vi informo che mi sto cimentando, con un successo ancora tutto da dimostrare, con una delle morali evangeliche Gesùcristiane (con qualche piccolo adattamento):
non giudicare con disinvoltura se non vuoi essere giudicato con gli stessi parametri (…o giù di lì).
Niente di meglio (?!) per un esperimento sul campo che avere cinque o sei ore di attesa in uno degli aereoporti, ormai, tra i più internazionali del mondo: il “famigerato” Ataturk di Istanbul (chi segue da almeno un anno questo Blog può capire il perchè di questo attributo).
Ero molto stanco, la tratta Mombasa-Istanbul non era stata molto tranquilla: i vuoti d’aria e relativa “dance” non sono di norma un gran problema, volo da molti anni e non ho timori,
Tranne quando ciò accade quando sei nella microscopica toilette col tuo “cosino” in mano e cerchi di essere educato e centrare il water.
Vi giuro che sono esattamente ” ‘azzi acidi”.
Mi sono sentito come il tenente Frank Drebin, sì il rimpianto Leslie Nielsen.
Il getto andava in ogni dove tranne, appunto, il DOVE dovrebbe andare.
Essendo poi una personcina educata, ho pulito TUTTO! (il mio, e con non poca fatica, anche l’altrui).
Ma ci è voluto tempo, quindi quando sono uscito dalla toilette c’era una bella fila, e le occhiatacce erano inequivocabili.
Che fare? (lo diceva pure Lenin)
Provateci voi ad abbozzare una SPIEGAZIONE, dai che mi diverto io.
Tutto un “sorry de qua, sorry de là” e uno mi ha pure sibilato un “sì ‘a soreta”, e io ho fatto l’inglese perchè fare “l’indiano” non mi sentivo molto credibile.
Bon, aereoporto dunque.
Migliaia, migliaia, migliaia di passeggeri in transito, controlli feroci, mica per Papa Francesco e gli Armeni, macchè, hanno problemi loro ed è il più grande aereoporto aperto ad Oriente e dintorni, penso si capisca da sè.
Insomma il tempo passa e il gigantesco tabellone elettronico NON indica il mio “gate” e non mi fido più a chiedere indicazioni perchè mi avevano già fatto fare DUE VOLTE il periplo dell’aereoporto, a vuoto.
Boooni, il mio Inglese è moolto migliorato (il loro no!).
E allora?
Allora comincio a chiedere “aiuto” a Lombroso (Cesare) e alla FISIOGNOMICA: chi possono essere gli italiani?
L’incrocio di lingue e dialetti in un assordante brusio rende IMPOSSIBILE distinguere la lingua parlata, inoltre comunico subito che abbiamo perso ben DUE RECORD MONDIALI:
1) camiseta verta (almeno fino al villo pettorale, con variante catenona d’oro)…ho seguito ben due turchi e un russo così conciati e non erano diretti a Milano;
2) i “jumpers of steps or line” (saltatori di coda o ostacoli direzionali) ormai è universale…, qui ho seguito un Kazako che non era diretto a Milano.
Il politicamente corretto mi ha impedito di usare segni come il naso adunco, colore dei capelli et similia.
Il tabellone elettronico indica finalmente Milano!(ma non il numero del “gate”, che sono oltre trecento e chi viaggia mi capirà) e manca un’ora e mezza alla partenza.
E lì il “genio italico”(??) mi viene in aiuto:
SOLO gli italiani e le ITALIANE sono “CARBONIZZATI/E” dal solealtrimentinessunocapiscecheseistatoinAfrica e portano t-shirts molto “blusanti” ( no, niente a che fare con J.L Hooker o Muddy Waters), diciamo fuori dai pantaloni, e via che ti seguo giusto-giusto.
Tralascio l’avventura col poliziotto turco addetto al controlo passaporti, da me definito “microscope” durante la coda (40 minuti per sette controlli) che mi si rivolge in corretto e gentilissimo italiano (!!) ed io, che ciacolone sono e lo si sa, ho smesso di cazzeggiare solo dopo il montante brusio alle mie spalle.
E la FISIOGNOMICA?
Beh, tu vedi il Presidente Setti al’aereoporto Ataturk, lo segui con fiducia esteriore e fisiognomica, e ti trovi…IN ALBANIA!
Poi ci sono quelli bravi, col passaporto elettronico e sanno fare l’auto check-in sulle apposite colonnine elettroniche.
Eee Vai Gazza!

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