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LA STELE DI ROSETTA

Dopo oltre una decina d’anni, ieri ho scritto una lettera, con la stilografica, su carta speciale che detenevo da secoli.
Un inizio imbarazzante, una specie di “orror vacui”, uno spazio bianco-giallino da riempire senza la possibilità di commettere errori e fare cancellature.
Era una lettera importante, densa di riflessioni che DEVONO restare, e chi la riceverà potrà girarla e rigirarla tra le dita cercando e ricercando le cose più significative senza dover fare F4 o che ne so un Ctrl + Alt + #, che non so cosa significhino (bravi voi che lo sapete!).
Però verso la fine della lettera ho usato alcuni aggettivi che non mi piacevano e per non riscriverla tutta ho fatto due righe orizontali sulla parola, scrivendo sopra ciò che mi sembrava più idoneo.
In tal modo la destinatariA della lettera avrà la possibilità di capire qualcosa di più, ne sono certo.
Però ho fatto un simpatico, almeno io lo credo, “post scriptum” per spiegare il motivo delle due cancellature.
Adesso l’unica cosa che temo è di ricevere una risposta telefonica!

p.s.:
Se qualcuno si chiede cosa c’entri la Stele di Rosetta, provi a pensare alla propria calligrafia e alla possibilità che venga compresa senza l’uso di una Stele idonea alla traduzione.
Vai, vai, vai avanti tu, che a me mi vien da ridere…
🙂

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