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JE SUIS UN FLANEUR

Di provincia, ma sempre flaneur sono.
Ed io flaneur nacqui, lo ricordo chiaramente quando osservai senza sobbalzi, ma con interesse, che le due “nurse” poppute un bel tot erano diverse da quell’essere con camice bianco, occhiali tartarugati e faccia cavallina che seppi poi chiamarsi “dottore”.
Lì nacque la mia passione per l’osservazione pura, che in seguito diventò osservazione sociologica dei tipi, delle figure, delle architetture, di tutto ciò che si muoveva emettendo suoni (che poi divennero parole) ed anche per le cose immobili a cui io davo un suono o un silenzio leggibile (!?).
Fossi seduto su una panchina o deambulando senza meta era la stessa cosa.
Nel corso degli anni la cosa si è affinata perchè il mondo si è trasformato (non cambiato), ma non sarò mai un flaneur 2.0, un flaneur tecnologico.
Pensateci bene cari Clienti, cos’è in fin dei conti questo Blog se non un diario di un flaneur, che annota e talora dice la sua.
Le prerogative di un flaneur sono sostanziamente due:
1) avere molto tempo da spendere;
2) essere dotato di un discreto intelletto.
Se ti manca, ad esempio, il punto 2) puoi essere al massimo un “michelasso” (uno che beve, magna e va a spasso oppure uno “che fa flanella” (orrore!).
So di essere un flaneur in ogni posto dove ho deamulato, eccetto in un luogo definito “stadio”, dove anche il flaneur più incallito, una volta entrato, si concede licenza.
Del vero flaneur ho però un grosso difetto, in via di correzione, parlo troppo di ciò che ho osservato in questo mezzo secolo di attività, talora in modo pedante, ma sinceramente poco mi frega:chi vuol ascoltare ascolti e gli altri ciccia.
Per esempio, mi sto accingendo ad un nuovo viaggio che mi porterà anche in luoghi sconosciuti e un po’ “così”.
Ebbene, da buon flaneur, non ho pianificato quasi nulla (farmaci esclusi, capirai).
Sto seguendo, adeguando, quanto Gabriele Romagnoli ha scritto in un suo bellissimo “libricino”: “Solo bagaglio a mano”.
Perchè il vero flaneur, o chi lo è ma ancora non lo sa, sa che l’imprevisto o l’imprevedibile è in sè un tesoro per l’osservazione “flaneuriana”.
A rileggerci, forse.

p.s.:
Non tanto per finirla in bruttezza, ma tra i farmaci che mi sono portato appresso, c’è il NORMIX, antibiotico, potente antidiarroico, perchè hai un bel dire tu di fare il flaneur e dopo cento metri di deambulazione dover correre sulla “tazza” quando la “tazza” c’è…
Hoddhio, anche in quelle condizioni, qualche riflessione da flaneur la puoi fare, ma rischia d’essere solo un “porco su, porco giù, porco qua, porco là”.
Non un granchè a ben vedere (?) e sentire (!).
🙂
😉

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