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BRICIOLE e AMORE

Mombasa e’ una grande citta’ del Sud del Kenya e ne ha tutte le caratteristiche.
Gente poco incline “ad aprirsi” coi forestieri, esclusa la parte “fasulla” dei e delle lavoranti della “media industria” (…) del sesso.
Quindi gli usi e costumi (autentici) del luogo li raccogli a briciole, e anche li’ devi stare attento perche’ il pettegolezzo ed il sentito dire vengono spesso elevati a “verita assoluta”.
Una piccola contraddizione dal momento che Mombasa e’ l’unica citta’ portuale del Kenya (dov’e’ il mix culturale delle citta’ di porto?), e gli abitanti sono in gran parte commercianti e quindi teoricamente dovrebbero (?) essere piu’ inclini alla conversazione.
Ma Mombasa e’ l’unica grande citta’ a maggioranza assoluta mussulmana (ma assoluta minoranza 11/12 % nell’intero paese).
Non azzardo teorie del piffero su questo dato, ma comincio ad avere qualche vaga idea in merito.
Il cosiddetto “tribalismo” in Kenya e’ abbastanza residuale, mentre il conflitto politico, specie nel nord del paese e’ molto acceso e, talora, feroce.
Quindi piu’ pettegolezzo di bocca in bocca che vere discussioni da cui trarre elementi di “vita sociale”, e appena provi ad andare un centimetro piu’ in profondita’, perfino su cose semplici come la composizione della famiglia che SAI essere regolare, ecco subito lo svicolamento e qualche giro di parole fumoso.
Poi ci sarebbero alcune cose “visibili”, ma la visibilita’ da sola non fa Storia.
Ieri un’amica di Nancy, diciamo meglio conoscente – l’amicizia qui e’ merce piu’ rara dello Zilonio Arcuato – viene per un caffe’ e per essermi presentata con tutti i crismi.
Adulta, sposata, senza figli (rarita’ estrema).
Prima di venire nella CASA di una coppia sposata, ma dove LUI e’ un “musungu” (un bianco), il mio comportamento nel quartiere e’ stato “controllato”, per quasi un biennio, di dritto e di rovescio.
Dopo una mezzora la conversazione (ultra convenzionale e per me noiosetta) langue, e allora si va su “terze persone”.
C’e’ un “contenzioso” tra me e Nancy che ci ha visto (quasi) litigare per la mia incredulita’.
“Posso parlarne?”, mi viene educatamente chiesto, essendo la cosa chiaramente a conoscenza anche dell’ospite.
Caspita, parliamone…
Dunque il “fatto”:
Nella casa di fronte alla nostra vive una donna SVIZZERA (ripeto Svizzera!), della buona borghesia del suo paese (…), presumibilmente figlia di un uomo politico (…), che, stanca di avere telecamere, fotografi e giornalisti in giro per casa, decide di venire in QUESTO quartiere, sposare un venticinquenne di qui, ma conosciuto in Svizzera, di cui non si sa se studente, professore, scrittore (ultimamente risulterebbe “commerciante” con due negozi in centro a Mombasa).
La “Svizzera” e’ da un anno madre “felice” (…) di 3gemelli3.
Io, ovviamente parlando senza reticenze anche della mia esperienza con Nancy, insisto che nei “parametri esistenziali” (?) sopradescritti, c’e’ piu’ di qualcosa che non mi torna.
Quindi rispiego e motivo in lungo e in largo ogni mio dubbio (educazione borghese svizzera compresa-n.d.g.).
Alla fine la conclusione che vede entrambe “unite nella lotta”: “…Perhaps they love each other…” (forse si amano…).
A quel punto ho ceduto con un FORSE in italiano corretto.
P.S.:
Chiedo cortesemente di lasciar perdere, anche un semplice CENNO, il Sistema Metrico Decimale degli organi riproduttivi di ogni specie vivente. Grazie.

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