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BEN ALA’, I TE CIAVA DE POCO…

La traduzione, per chi non conoscesse il dialetto, suona più o meno così: Va bene lo stesso, infine mi fregano di poco…

Si tratta di un’espressione dialettale molto vecchia, sicuramente di oltre un secolo fa e, a mio sindacabilissimo parere, è piena di “filosofia esistenziale” per coloro che abbiano superato la settantina.

Per gli altri potrebbe esserci ancora qualche lume di progettualità futura.

Nonostante le mie origini e frequentazioni molto popolane, non l’avevo mai sentita.

Ero al telefono con un amico mio coetaneo e, come capita spesso a questa età, ci si chiede “com’ela” (come va), ma più che una richiesta generica viene riferita a vecchie e nuove  “magagne” (acciacchi, nuove malattie e dintorni).

Io stavo dicendo al mio amico che, a causa delle vecchie e nuove “magagne”, i medici mi hanno (invano) consigliato di non fare il mio prossimo e imminente viaggio in Africa.

“Ti puoi figurare, dico all’amico, ho fatto un mutuo bancario che m’impicca per costruire una piccola fattoria nel paese di mia moglie e per il suo futuro, non la vedo da un anno e, fosse l’ultima cosa che faccio, IO PARTO!

Non sono un eroe idiota e sconsiderato, ho fatto fino a poco tempo fa una vita piena di soddisfazioni professionali, sentimentali, nei miei viaggi in Europa e in Africa ho avuto incontri, conosciuto e frequentato personaggi che starebbero benissimo in molti romanzi seri, ho “assorbito” e talora praticato il meglio di quelli che ho considerato insegnamenti da parte di qualche straordinario amico che non c’è più, non ho nesuno da accudire se non me stesso e mia moglie (a 6.000 Km. di distanza…), e IO PARTO.

La risposta del mio amico interlocutore è stata: “… eh Gasen (lui mi chiama così), per me hai ragione, tanto con tutto quello che ti sei goduto, in mezzo a qualche malaugurata disgrazia (la morte di mio figlio), BEN ALA’ I TE CIAVA DE POCO…”.

Quel “I TE CIAVA” è una sorta di metafora rispettosa per indicare “La Grande Sorella di tutti” (la Morte).

Di fronte alla mia sorpresa per una frase così densa di significati (chi vuol capire capisca e per gli altri mi dispiace per loro), l’amico vuole precisare che il “concetto” non è suo ma di sua nonna ottantenne, Sanzenata, defunta da quarant’anni, la quale l’aveva appresa dalla sua di nonna.

Fatti due calcoli l’espressione “filosofica” ha minimo un secolo e mezzo.

Ora tentare di interpretarne il contenuto che può essere fatalistico-negativo o serenamente-fatalistico (e varianti), è una cosa molto complessa per come lo sento io, quindi, poichè ho un appuntamento assolutamente ineludibile se voglio partire, il resto lo troverete nel prossimo Topic di stasera, massimo domani.

Nel frattempo, chi vuol cimentarsi con qualche riflessione, faccia pure.

P.S.

Poichè nella vita non esistono solo quella bufala del sovranismo, lo sforamento del 3%, i neGri che ci inquinano la “razza”, i mitra o i lanciagranate portatili per difendere le nostre abitazioni e i rosari da baciare alla fine di un comizio POLITICO (!) che ricorda molto la Madonna Pellegrina delle elezioni del 1948…

Per “par condicio” non parlo dei “figli delle stelle” perchè mi pare che da quelle parti esista un vuoto pneumatico.

Ecco, appunto, poichè c’è ANCHE un’esistenza personale, più o meno densa di significati, chi considerasse liberamente il presente Topic una “stronzata”, si sta guardando allo specchio.

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