Il “giochino” sarebbe consistito nell’immaginarvi, da soli o assieme ad un amico distesi su due comode sdraio in una spiaggia affollata dell’Adriatico a commentare “preferenze” su chi passava.
Ma qui mi fermo perchè da settimane sto leggendo quel che succede nel mondo dei “tre quarti del cielo” (Mao sbagliava a dire che erano la metà).
Parlo del mondo delle femmine e dintorni di genere, delle vessazioni, dei martiri, delle violenze, a farla breve, che stanno subendo in molte parti del mondo.
Ed io, che non sono propriamente un’anima tenera, non ne ho potuto proprio più.
Quindi niente giochini su quell’argomento che mi porta ad una sensazione molto vicina alla nausea e ad un’incontenibile rabbia e impotenza a fare qualcosa per porvi fine.
Concordo con la sua scelta.
Appare drastica ma è giusta.
Da “la Stampa” di oggi, un corsivo di Stefano Feltri:
“… una donna intelligente e colta ha milioni di nemici, tutti gli uomini stupidi, stupidi e brutali…”.
Si dice e si ripete da qualche secolo che il grado di civiltà
di un paese si misura dalle sue carceri, ed è vero, ma fu det-
to quando la subalternità delle donne non era materia di
discussione, e oggi, guardando al mondo, alle notizie in
arrivo dal mondo, possiamo dire che il grado di civiltà di
un paese si misura anche e soprattutto dal grado di liber-
tà e di uguaglianza delle donne. Per esempio dall’Iran ar-
riva la storia di Masoumeh, quattordici anni, arrestata
per avere manifestato a scuola senza velo e contro il velo,
portata in carcere, stuprata fino a morire di emorragia va-
ginale. Masoumeh, quattordici anni. E come lei decine di
altre ragazze in quell’orrendo mattatoio che è l’Iran rac-
contato ogni giorno dalla Stampa. Dall’Afghanistan arri-
va il video delle ragazze strette in un abbraccio disperato:
da ieri mattina è loro vietato frequentare l’università. Mi
viene in mente una vecchia battuta: una donna intelligen-
te ha milioni di nemici, tutti gli uomini stupidi. Ma non è
una battuta, è una verità: una donna istruita ha milioni di
nemici, tutti gli uomini ignoranti. Brutali e ignoranti. Ma
non dovremmo tanto parlare dell’inciviltà del regime ira-
niano o afghano, quanto della nostra, di benestanti avvin-
ghiati alla querimonia dei diritti mentre altrove si negano
i più elementari. Penso alle rare, vacue, pigre frasi senza
conseguenze su Teheran e su Kabul dei governi occiden-
tali, e in particolare del nostro. Lo dico, mentre si parla e
straparla di corruzione e questione morale, perché fregar-
sene non è reato, fregarsene non è roba di procure e pro-
cessi e condanne, ed è lo sprofondo della moralità.
Stefano Feltri
. .. anni fa mi è capitato di conoscere una ragazza iraniana sulla trentina in una situazione lavorativa. Studiava qua, ma a tutti gli effetti era in fuga. L’ acredine generale che aveva era quasi impressionante. C’era mancata una virgola, che mi coinvolgesse in una rissa con un imbecille, che non voleva lasciarle 5 mq (dico 5) al mercato rionale….
Nonostante questo, nonostante i suoi forti dubbi sul nostro mondo, nonostante il mito americano ( di cui non era convinta) delle sue amicizie, era una una donna interessante con i suoi principi.
Nino Gazzini sicuramente nasce. La data di nascita è incerta perché sono andate smarrite le carte. C’è chi dice che abbia 55 anni (quelli che dimostra), qualcuno dice addirittura ne abbia 125 (ma qui le testimonianze sono soprattutto verbali e offensive). Gazza cresce tra San Zeno (minore) e San Bernardino (passando per Santo Stefano e la Giarina). Il 2 agosto 1965 prende la sua prima laurea in “Stradologia Applicata” con la Specialità in Affabulazione. Gazzini ha lavorato qua e là (le testimonianze qui si confondono tra chi dice poco e chi dice molto). Nel frattempo prende una seconda laurea in Sociologia. Non gli servirà a niente. Oggi è ridotto a scrivere su un blog di una importante rete televisiva, ma relegato nella parte più irrilevante, quella del TgGialloblu
Domani oggi?
Il “giochino” sarebbe consistito nell’immaginarvi, da soli o assieme ad un amico distesi su due comode sdraio in una spiaggia affollata dell’Adriatico a commentare “preferenze” su chi passava.
Ma qui mi fermo perchè da settimane sto leggendo quel che succede nel mondo dei “tre quarti del cielo” (Mao sbagliava a dire che erano la metà).
Parlo del mondo delle femmine e dintorni di genere, delle vessazioni, dei martiri, delle violenze, a farla breve, che stanno subendo in molte parti del mondo.
Ed io, che non sono propriamente un’anima tenera, non ne ho potuto proprio più.
Quindi niente giochini su quell’argomento che mi porta ad una sensazione molto vicina alla nausea e ad un’incontenibile rabbia e impotenza a fare qualcosa per porvi fine.
Concordo con la sua scelta.
Appare drastica ma è giusta.
Da “la Stampa” di oggi, un corsivo di Stefano Feltri:
“… una donna intelligente e colta ha milioni di nemici, tutti gli uomini stupidi, stupidi e brutali…”.
Si dice e si ripete da qualche secolo che il grado di civiltà
di un paese si misura dalle sue carceri, ed è vero, ma fu det-
to quando la subalternità delle donne non era materia di
discussione, e oggi, guardando al mondo, alle notizie in
arrivo dal mondo, possiamo dire che il grado di civiltà di
un paese si misura anche e soprattutto dal grado di liber-
tà e di uguaglianza delle donne. Per esempio dall’Iran ar-
riva la storia di Masoumeh, quattordici anni, arrestata
per avere manifestato a scuola senza velo e contro il velo,
portata in carcere, stuprata fino a morire di emorragia va-
ginale. Masoumeh, quattordici anni. E come lei decine di
altre ragazze in quell’orrendo mattatoio che è l’Iran rac-
contato ogni giorno dalla Stampa. Dall’Afghanistan arri-
va il video delle ragazze strette in un abbraccio disperato:
da ieri mattina è loro vietato frequentare l’università. Mi
viene in mente una vecchia battuta: una donna intelligen-
te ha milioni di nemici, tutti gli uomini stupidi. Ma non è
una battuta, è una verità: una donna istruita ha milioni di
nemici, tutti gli uomini ignoranti. Brutali e ignoranti. Ma
non dovremmo tanto parlare dell’inciviltà del regime ira-
niano o afghano, quanto della nostra, di benestanti avvin-
ghiati alla querimonia dei diritti mentre altrove si negano
i più elementari. Penso alle rare, vacue, pigre frasi senza
conseguenze su Teheran e su Kabul dei governi occiden-
tali, e in particolare del nostro. Lo dico, mentre si parla e
straparla di corruzione e questione morale, perché fregar-
sene non è reato, fregarsene non è roba di procure e pro-
cessi e condanne, ed è lo sprofondo della moralità.
Stefano Feltri
. .. anni fa mi è capitato di conoscere una ragazza iraniana sulla trentina in una situazione lavorativa. Studiava qua, ma a tutti gli effetti era in fuga. L’ acredine generale che aveva era quasi impressionante. C’era mancata una virgola, che mi coinvolgesse in una rissa con un imbecille, che non voleva lasciarle 5 mq (dico 5) al mercato rionale….
Nonostante questo, nonostante i suoi forti dubbi sul nostro mondo, nonostante il mito americano ( di cui non era convinta) delle sue amicizie, era una una donna interessante con i suoi principi.
… e gli invertebrati barbuti continuano il loro delirante massacro.
Perchè?
Perchè le temono e sanno bene il perchè.