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BULLI E PUPE

Forse qualche cinefilo incallito avrà visto il film del 1955 da cui ho preso spunto per il titolo (tra gli interpreti Brando e Sinatra).
Come al solito non c’entra nulla con quello che seguirà.
Restando in tema cinematografico, credo che solo in film statunitensi degli ultimi 20/30 anni si siano viste le “pupe”, questa volta serie, mandare a quel paese il loro “fico” boy-friend, bullo e vessatore, per andare in soccorso al bullizzato.
Questo accade nei film, la realtà, spesso drammatica, del “bullismo” giovanile che, col crescere dell’età dei bulli, cambia nome e diventa criminalità, dove le “pupe” diventano complici incoraggiatrici, è in continuo aumento, così dicono le statistiche.
Mi sono soffermato sul bullismo giovanile e scolastico per cercar di ricordare se esistesse, e in quali forme, anche quando anch’io ero sui banchi di scuola.
Qualcosa l’ho scoperta e, sebbene incomparabile con ciò che accade oggi, qualche cellula l’aveva.
Vediamo di ragrupparli:
1) la prima forma di bullismo avveniva sui cognomi: Vecchietti, Merlo, Mammoli, Buccia… raccoglievano la loro parte di sorrisetti “sarcastici” ogni volta che una lettura in classe riportava delle assonanza coi loro cognomi e la cosa continuava nel tempo per uno dei difetti dell’infanzia, e cioè la “coazione a ripetere” che si presenterà in forma più evidente nella filastrocca del punto 3).
Il motivo è semplicissimo: conteneva una “brutta parola”, quindi potete immaginare;
2) la seconda forma di bullismo, ai limiti del surreale, riguardava i poveri portatori di occhiali. L’espressione dialettale “… tasi tì quatro oci e du stanghete…” era un classico;
3) tuttavia è la terza filastroca bulla che diventava un tormento per chi la riceveva era rivolta ai compagni grassocci e faceva così: “Ciccio bomba cannoniere (?) fa la cacca nel bicchiere, il bicchiere si spaccò e ciccio bomba la mangiò”. Era un vero tormento che portava spesso al pianto di chi la riceveva e non faceva parte di una delle due “bande” della classe. Nella mia classe ne esistevano due, quella maggioritaria con a capo Paolo V., poi calciatore di serie C di buona fama, contava oltre una ventina di adepti, poi c’era la mia, ero io il capo, che ne contava una dozzina.
La cosa continuava e qualcuno cominciò a chiedersi a che cosa servisse fare parte di una “banda” (ultra innocua) se non venivi protetto. Fu così che un giorno, eravamo già arrivati alla quarta elementare, io e Paolo concordammo che chiunque avesse cantato quella filastrocca a chiunque delle nostre bande avrebbe preso un calcio nel sedere da uno dei capi.
Incredibile a dirsi ma, un po’per l’età che avanzava e un po’per l’applicazione della punizione, quella filastrocca andò ad esaurirsi.

Per alcuni versi, non tutti, quelle il grande Totò le avrebbe chiamate “quisquiglie, pinzillacchere”, oggi invece la cosa è serissima se si pensa ad una sua possibile evoluzione.
Ma il peggio del peggio adesso lo si trova anche tra adulti e, un incredibile caso di alcune settimane fa, è stato pure CODIFICATO da un’importante federazione sportiva nazionale: la Federazione di Pallavolo (!).
Fatto: un’assistente arbitra di pallavolo è stata sospesa dalle sue funzioni fino a quando non rientrerà nei pametri (?) di “massa grassa” (??) del suo corpo.
Commento: impossibile commentare una decisione di quel tipo!
Si tenga presente che il tipo di arbitraggio della pallavolo è tra i più STATICI che esistono, come il tennis (arbitro comodamente seduto) e il baseball, solo per citarne alcuni.
Ed ecco codificato quello che con un termine inglese si definisce “body shaming” che Wikipedia traduce con “derisione del corpo” che non corriponda ai “canoni estetici correnti” (fissati da chi, Sant’Iddio?!).
Per chiarire meglio il concetto, molto personale, io alla Oprah Winfrey, la giornalista televisiva più famosa d’America, afroamericana, e alla cantante Adele (prima maniera, ora ha un po’ceduto anche lei agli insulti), due “taglie forti” per essere più chiari, avrei “fatto un filo” lungo e utile per 100 maglioni!
Il body-shaming può avere un impatto negativo sulla salute mentale e fisica delle persone che ne sono vittime. Può portare a problemi come l’ansia, la depressione, la bassa autostima, i disturbi alimentari e altri problemi di salute mentale e non di rado al suicidio.
Ci si può riflettere?
Vi pare mai possibile che la convivenza tra gli esseri umani possa assumere le intollerabili caratteristiche di una curva da stadio?!
Per concludere voglio scusarmi ancora per il tempo trascorso con l’ultimo Topic.
Il motivo è che ho voluto scrivere anche una poesia, sì una poesia, embè cosa c’è di strano?
Per l’appunto è dedicata alle donne dalla “taglia forte” e la troverete nel mio primo post.
Hi guys!

27 commenti - 2.044 visite Commenta

Gazza

La mia amata è bella e larga di forme,
maestosa come un’opera d’arte.
I suoi occhi scintillano come le stelle,
mentre le sue curve si adagiano con grazia.

Il suo sorriso è un sole che risplende,
e la sua risata riempie il cuore di gioia.
Le sue guance paffute sono morbide al tatto,
e il suo petto è un cuscino accogliente.

Non c’è bellezza senza forme,
e la mia amata è l’esempio perfetto.
Il suo corpo è una sinfonia di curve,
che danzano in armonia con il vento.

Le sue gambe sono come colonne di marmo,
e il suo ventre è una collina fertile.
La mia amata è la regina delle donne,
e il suo regno è il mio cuore.

Chi osa giudicare la bellezza?
Chi osa imporre uno standard di perfezione?
La bellezza è negli occhi di chi la guarda,
e nella mia amata io vedo la perfezione.

Ps
se vi dico che come stile mi sono ispirato ai Sonetti scespiriani vi mettete a ridere?
“Ridi ridi che la mama ha fato i GNOCHI”, gnoco!

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bardamu

“le sue gambe sono ( come ) colonne di marmo” ? Cantico dei Cantici, vecio. Troppo facile.
Anche per chi non conoscesse la Bibbia basterebbe aver visto recentemente “C’era una volta in America” per saperlo.

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Gazza

Caro Bardo, è notissimo che in molte delle sette Arti restino impresse nella memoria cose viste altrove e che inconsciamente (?) fai tue come fossero una propria creazione.
Quindi sfido a trovare altre “similitudini”, con eventuale premio musicale a chi la/le trovasse.

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Gazza

Non ti dirò mai la verità su questa cosa!!!!!
Però sei stato “nelle prossimità”… 🙂

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E mi e ti e el Toni

Dissento un briciolo sulla filastrocca: quando andavo alle elementari (scuole Palladio, in via Palladio: ora non esistono più; al loro posto la mega-farmacia comunale Olimpia) la filastrocca cominciava con
Cicciobomba canottiere (e non “cannoniere”)
ed aveva una coda
Cicciobomba la mangiò, la mangiò col cucchiaino, Cicciobomba maialino.
Per il resto concordo al 100%

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Gazza

Alle Palladio andava pure il mio fratellino (20 anni minore), ma non c’entra nulla.
Prima di scrivere la filastrocca ho fatto almeno tre verifiche con miei coetanei che l’hanno confermata, parola più parola meno.
Non conosco la tua età, ma ho l’impressione che nel corso del tempo sia stata modificata.
Infatti quella citata da te, che ritengo assolutamente veritiera, non contiene la parola chiave “cacca” che, come ho scritto nel Topic è uno dei primi tentativi di “libertà” (di parolaccia) che si conquista a quell’età.
Per pura curiosità in una splendida lezione di “Psicologia dell’Età evolutiva” ricordo che la “libertà di parolaccia” era una conquista (sebbene nascosta ai genitori).
La PRIMA delle libertà che viene considerata tale è il primo “NO”, il primo rifiuto, che avviene quando si è ancora nella culla.

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E mi e ti e el Toni

Ho 65 anni. Tanti da aver sentito e usato più volte espressioni oggi scomparse dal linguaggio, come il meraviglioso “can dal porco”, con cui si appellava semischerzosamente qualcuno, oppure il più sfumato “che taca la cola”. I giovani oggi non li usano più…

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bardamu

Sono solo un pelo più giovane ma confermo la versione del vecio Gazza. E sì che alle elementari andavo nella borghesissima Antonio Provolo, nel cuore di Borgo Trento, dove, per dirne un’altra, non ho mai udito alcuno ( bambino, bidello, tanto meno insegnante ) parlare in dialetto, se non in qualche barzelletta ( tipo “Ciruma cataiossi”, ministro dei beni archeologici giapponese ).
Oggi diamo un nome a fenomeni sempre esistiti. Di “bullismo” nessuno parlava ma forse ce n’era più di adesso, e pochi avevano il coraggio di lamentarsene, anche per pudore.

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Gazza

Caro Bardo, hai fatto delle valutazioni molto interessanti, specie l’ultima, mi obblighi a rifletterci sopra.

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Mingon Federico

Mi disse un anziano allo Sportello: ” perché salo…ie’ tre le cose che se perde vegnendo veci…la prima l’e’ la memoria….e la seconda non me la ricordo più…” 😀

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Gian

Conosco Mister Gazza da oltre quarant’anni, preciso ci diciamo ciao ma credo che lui non sappia chi sono e lo fa per educazione.
L’ho sempre visto accompagnare belle ragazze e donne, ma la cosa non è nota solo a me.
Io con donne dalla “taglia forte” non l’ho mai visto.
Mister, scusa per l’ingresso nel tuo privato.

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Gazza

BALLE!
La mia seconda (bella) moglie, oggi felicemente risposata, era splendida e di “taglia forte”.

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Gazza

Scusate, ma molti lettori mi stanno deludendo non poco.
Possibile che nessuno di loro abbia da fare almeno un CENNO di bullismo, scolastico o extra-scolastico, di cui sono stati testimoni o vittime?!?
Non è possibile..

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paperinik

Beh Gazza, tutto sommato, a parte le offese e denigrazioni giovanili poco piacevoli, mi sembra che non si trascendeva nella violenza nei tuoi ricordi. Purtroppo in certi periodi della mia infanzia-giovinezza non è stato così. E direi senza parlare del mio personale. Ma in più situazioni con diversi protagonisti..Cmq il bullismo c’è sempre stato.

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schetch

Non so perchè, ma può essere benissimo che sia vittima di una certa personale situazione che mi pervade da qualche tempo, ma mi sento tirato in ballo….boh :-)).
Comunque sì, io ero ciccione alle elementari/ medie e fino anche alle superiori però mi ero creato come una specie di cortina attorno che faceva in modo da respingere le eventuali battute poco gradevoli e senza minacce di “catarse drio el canton”; mettevo una sorta di soggezione: no so come, ma funzionava.
Se andiamo ai giorni nostri, se vogliamo fare un parallelo forse un po’ forzato, beh direi che oggi i casi di cronaca grave tra baby gang, professori aggrediti, o tra piccole ladies infuocate col coltello ( vedi Monza..) sulla rivale, superino abbondantemente quello di allora sia come numeri che gravità.
Certo ho detto forzato perchè i tempi non sono gli stessi e di bravi giovani che si impegnano lavorano, studiano ce ne sono, anzi forse ora come ora c’è una sorta di “tutta un erba un fascio” dai media soprattutto..
C’è un universo di mezzo tra la mia/nostra generazione e questa. Ci sono stati cambiamenti epocali in primis sulla comunicazione ,modo di vivere ecc. Vedo i miei figli sebbene ora più che ventenni (fortunatamente sono a posto), già quando erano alle elementari alle riunioni coi maestri si discuteva sul ruolo del telefono che in mano a loro poteva essere una bomba…dire che avevano ragione è poco.
Se vuoi la mia sulla ironia verso gli altri, certo che sì l’ho fatta e mi sento stupido anche..salut.

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lettore

Condivido in toto il pensiero di Gazzini, e non ci si accorge che l’infame abitudine aumenta ogni giorno.
Ho letto i giornali di oggi e ognuno riportava un caso del fenomeno.
Perfino l’Arena riporta quello di un ragazzo sfigurato in un incidente che a scuola chiamano mostro.
Poi la codardia di altri studenti della classe che non intervengono.
La società degli odiatori (io ricordo quando Gazzini ne parlò contestato da alcuni lettori) cresce e chi ha il potere di intervenire non lo fa.
Ai miei tempi scolastici uno studente che avesse offeso un compagno per quei motivi sarebbe stato sospeso, un 7 in condotta e rimandato in tutte le materie!!
Grazie Gazzini!

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Mingon Federico

Buongiorno, ex ragazzo del ’63 sono cresciuto in una Borgo Roma da sempre quartiere numeroso e di estrazione medio-bassa. Molto in strada/cortili, poco in casa…credo come quasi tutti quelle della mia generazione. Sarebbe falso nascondere che episodi di bullismo non esistessero. Per educazione ed indole ne ho più subiti che arrecati. Ma spesso erano “bravate” di cui a quell’età non sapevi valutare le possibili conseguenze. Dodicenne o giù di lì mi stavo dissentando alla fontanina dei giardini, quando Gianluca mio “amichetto” di allora, da dietro pensò bene di stringermi attorno al collo quel filo di ferro ricoperto di plastica che si usava per stendere i panni. Mi manco’ il respiro e mi restarono lividi per molto tempo. Alla mia richiesta di spiegazione, lui rise dicendo che era solo uno scherzo…I miei rimasero allibiti, mi dissero che non avevo colpe ma che non dovevo più frequentarlo. Si trovavano soluzioni fai da te: scambio di figurine “introvabili” con il Capo Banda di turno, ars oratoria che mai mi manco’. No media, si’ party

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Gazza

Il Topic era impostato su due temi.
Il bullismo in senso lato e il “body shaming” nei confronti delle donne di “taglia forte”.
Sul bullismo extra scolastico ha gia ben scritto Mingon.
Sulle taglie forti nessuno.
Tuttavia era quello scolastico personale o quello narrato dai propri figli che mi interessava maggiormente.
Il motivo è presto detto e “appare banale”: a scuola, lo ripeto, ci sono gli insegnanti che anche ed almeno una blanda forma di intervento educativo “dovrebbero” farlo.
Schetch in qualche modo se l’è risolta da solo, e i più fragili?
Qualcuno ha esperienze indirette tramite i figli o avrebbe la bontà e la voglia per uno SFORZO di chiederlo loro senza sentirsi rispondere con una nuova divina commedia composta da: sì, no, boh forse?

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paperinik

Taglie forti: una ben messa con una quinta o sesta è quasi sempre stata ben accetta. Pochi sarcasmi quindi ed, eventuali gentili (volgari non sono molto il tipo) apprezzamenti. Eventuali perché se antipatica …smilza o grossa quella è e quasi sempre rimane.
Mia figlia è meno orso di quel che ero io. Quindi viaggia bene e ne combina qualcuna, ma alla materna per il momento ha ottimi rapporti.
Tuttavia qualche genitore scurrile c’è e i buteleti captano sempre….

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lector

Quella della nuova divina commedia che si compone nel “dialogo” con molti giovani d’oggi, fatta di quattro monosillabi, è una grande chicca Capo Gazza.

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schetch

La figura della super modella ai limiti dell’anoressia, onestamente non mi è mai piaciuta anzi se dovessi fare del bullismo lo farei a costoro con quegli scheletri viventi ( ne conosco un paio ultra quarantenni tutte insalata, jogging e integratori) . Ho sempre preferito una donna in carne se dovessi fare una cruda fotografia sull’estetica: certo sarebbe utile ribaltare la prospettiva, cioè vista dalle donne la figura dell’uomo con il classico panzone da goti che si permette di pontificare su un po’ di cellulite….
Sui figli da come ricordo ma anche chiedendo a mia moglie, grossi fenomeni non ne hanno mai subito o visto. Senz’altro però il bullismo o body shaming sono figli della stessa madre non ci vedo grosse differenze. Ah tutto questo esiste anche nei nostri uffici e nella vita di tutti i giorni degli adulti….

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paperinik

….Gazza vorrà dirla lui e gli rompo le scatole, anche se mi viene spontanea. Come dipendente, ho passato diverse ditte, Schetch. Hai straragione. Ste robe le ho viste negli uffici, almeno in 3-4 ambienti. E non sempre leggere. Sia sulle fisionomie e attribuiti delle persone che altro. In un caso nei primi 90, con tanto di omofobia pubblica, su una B. di 33 anni. Che tra l’altro è stata anche mia amica intima al di fuori dell’ufficio. Ricordo perfettamente che quasi tutto l’ambiente la scherniva e ostacolava. Non è riuscita a resistere più di tanto. Vero che erano altri anni.

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Gazza

Anche se i miei ruoli professionali erano dirigenziali e non direttamente a contatto con i collaboratori in senso collettivo, ho sicuramente una certa esperienza sulle forme di “bullismo” lavorativo.
Tuttavia erano al 99% di natura sessuale, che sempre bullismo è, ma fatte “inter eos” e quasi mai rivolte verbalmente alla malcapitata.
Sono i bullismi giovanili che hanno virato al pesante, al tormento verbale e fisico molto , ma molto, spesso ai limiti.
Badate che il problema non lo sottolineo su un dato macronumerico, sono convinto che numericamente siano numeri limitati, ma sempre pericolosi e vanno stroncati sul nascere.

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